Anno MCCCCXX. 99 co a Napoli, pien di veleno contra di Sforma gran Conteilabile, cominciò a nimicargli la Regina, e la trattenne dall’inviar foc-corii di gente e di danaro a Sforza nella guerra, che abbiam veduta, poco fortunatamente da lui fatta a Braccio nell’ Anno antecedente , ancorché il Papa ne faceffe calde e frequenti premure. Chiamato a Firenze Sforza , il Pontefice Martino gli comunicò in fegreto il fuo difegno contra della Regina ; fors’ anche vi fu maggiormente accefo da Sforza per vendicarli del Caracciolo. Venuta dunque la State fi moiTe Sforza con quanta gente potè raccogliere, e paflato nel Regno dì Napoli (a) , (a1) Giornali andò nel dì 18. di Giugno ad unirfi col Figliuolo Francesco, e con Michele e Fofchino fuoi parenti, che l’affettavano alla iuuCs Cerra col rello de’ fuoi combattenti , ed inalberate le bandiere di Lodovico (/’ Angiò , fi fcoprì nemico della Regina . Niun danno fece , finché avvicinato a Napoli non le ebbe inviato per due trombetti il ballone e le infegne del Conteilabilato, e fatto efporre, che o trattaiTe d’accordo Coll’Angioino, o pure che fi afpettaffe la guerra. Manca il verifimile a ciò , che fcrive il Vefcovo Campano (¿>), cioè che Sforza èntraiTe in Napoli, e (b) 'Campa. fatta chiamare la Regina ad una fìneltra di Caffello nuovo, le r‘pSralcnhìl rinunziaffe le infegne, e caricato di villanie da efl'a , l’obbligai- Tom. XIX. fe con farle tirar contro alcune frecce a ritirarli. Accampo/li R"' col fuo efercito Sforza preifo a Napoli nel Luogo del Formello , afpettando che giugneffe per mare la Flotta di Lodovico d’Angiò , per operar lèco di concerto. Intanto precorfa la fama di quello Principe, il quale avea affunto il titolo di Re di Sicilia, che così continuavano ad intitolarfi i Re di Napoli: chiunque era della fazione Angioina, diede principio alle novità, e fi ribellarono non poche Terre del Regno. Ma prima, che ve-riffe Sforza, e li trovalTero in quella brutta apparenza di co-fe , e con timore di peggio , la Regina e il Caracciolo, iicco-me informati de’preparamenti dell’Angioino, aveano prelo lo fpediente d’inviar Ambafciatori al Papa, per pregarlo d’interporli in quella briga, e d’impedire gl’ingiufli infulti, che fi ammanivano contra di lei dal Duca d’Angiò. Non avea peran-che il Papa alzata la vifìera, moilrandofi neutrale in sì fatta turbolenzaj ma FAmbafciatore, che fu Antonio Caraffa, fo-pranominato Malizia, uomo accortiffimo, non tardò a fcanda-gliar ben l’animo Pontificio, e a feorgere , che da quella parie non era da iperare alcun fuifidio a i bifogni della Regina; G z e in