Anno MCCCCV. dere quella Città , con ricevere in contracambio grotta fomma di danaro. Ma Bucicaldo guaflava ogni lor macchina. Vinfero quello oppoiìtore con rapprefentargli, che data loro Pifa, potreb-bono tutti accudire a falvar dalla rovina il Signore di Padova, il qual con calde iflanze loro lì raccomandava . Probabilmente per la fperanza o promeila del foccorfo de’ Fiorentini e Genove!! egli era entrato in quel pericolofo ballo . Si convenne in fine , che Gabriello vendette Pifa a’ Fiorentini ; il che penetrato da i Piiàni , la Città lì levò a rumore, e fu coflretto il Visconte a rifugiarli nella Cittadella, dove Bucicaldo inviò tanta gente e vettovaglia da poteri! difendere. Fu poi conchiufa la confegna d’ettfa Cittadella, e la ceffion d’ogni ragione di Pifa a i Fiorentini, i quali lì obbligarono di pagare a Gabriello ducento fei Alila Fiorini d’ oro. Gino Capponi (a), che ci lafciò una diffufa defcrizione di (a) Gina tutta la Tragedia di Pifa, quegli fu, che maneggiò i’ affare , e tI^xviu prefe il poflelfo della Cittadella fuddetta nel dì 31. d’Agoflo, pa- Ref. juiit, gata parte del pattuito danaro. Morivano di rabbia i Pifani, al vederfì venduti come pecore, e tanto più a’Fiorentini, antichi loro emuli e nemici. Perciò nel dì 6. di Settembre furiofamente lì fcatenarono contra d’ eiTa Cittadella , e venne lor fatto di ripigliarla più per azzardo o per poltroneria deH’Ufxzial Fiorentino, lalciato ivi dal Capponi, che per loro infìgne bravura. Il che fatto fpedirono Ambafciatori a Firenze, chiedendo Librafatta ed altre Terre confegnate a quel Comune , con efìbire il rifacimento delle fpefe. Non l’intefero per quello verfo i Fiorentini; vollero guerra, e vi fi prepararono con afloldar gerite da varie parti, eo eleggere per lor Generale il Conte Bertoldo de, gli Or fini, Fra gli altri anaò al loro foldo Sforza da Cotigtiola colle fue genti d’Armi ( b ), e non tardò a far ivi fempre più conofce- (b) Cono i/ì, re la fua prodezza ; imperciocché fpedito con fecento o pur condl Mllano mille cavalli ad impedire, che Gafparo de’Pazzi, ed Angelo dalla Pergola non conducettero un corpo di gente al fervigio de’ Pifani, in una imbofcata gli affali, sbaragliò, e quafì tutti li fece prigioni. Il Bonincontro , con cui vanno ci’ accordo Sozomeno ed altri, diflingue tali azioni con dire, che la gente d’Angelo dalla Pergola era mille e cinquecento cavalli, ed effere flato Lodovico de'Migliorati Nipote di Papa Innocenzo, che a requifìzion de’Fiorentini diede lor la fconfìtta ; ed aver poi Sforza metti in rotta cinquecento cavalli di Gafparo Pazzi f che già erano entrati fui Pjfano. In sì cattiva pofìtura'di cofe i Pifani riduttero in Cit- . /