Anno MCCCCI.
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Verme, ed altri Capitani. Molte icaramuccie fi fecero con danno per lo più de’Tedefcbi; ma nel dì 21. d’Ottobre fi venne quàfi ad un generai fatto d’armi, in cui reitò fcavalcato e prigione il Duca d’Aultria, colla morte e prigionia di molte centinaia di Tedefchi, comparendo l’uperiore ad eiìì la bravura ed arte della milizia Italiana. E fe non era Jacopo da Carrara Figliuolo di Francefco Signor di Padova, in piena rotta andava tutto il campo di Roberto. L’ eflere itato rilaiciato il Duca d’Aultria da li a tre dì, fece inforgere folpetti, ch’egli averte maneggiato con gli Ufiziali del Visconte qualche trattato contra de’ Carra-refi ; di modo che quelli fi ritirarono colle lor genti, e nel dì 6. di Novembre giunfero in falvo a Padova. Roberto anch’ egli marciò alla volta di Trento, dove fi partì da lui in difcordia il fuddetto Duca coll’Arcivefcovo di Colonia, (a) Son di parere (a)Sobornen, altri Storici, che la ritirata di Roberto procedere da timore per la fiera fpelazzata, che gli era toccata nel precedente conflitto. Bonìncontr. Certamente non moitrò egli gran perizia nell’arte della guerra, Jrmai.T.21. nè feppe profittar punto delle forze fue, benché fuperiori a quel- er’ ta le del Visconte. Da Trento venne pofeia Roberto a Padova, e v’entrò con tutta la fua Baronia nel dì 18. di Novembre. Tras-feriili di là a Venezia nel dì 1 o. di Dicembre accompagnato dai Signore di Padova. Di grandi configli fi tennero quivi coll’ intervento de gli Ambafciatori Fiorentini, per continuar la Lega e la guerra contro il Duca di Milano. Ma Roberto dimandava danari, e i danari oilinati non voleano venire: (¿) peiò non ^ Muñas fi trovava maniera d’accordo fra eifi contraenti. Sino al fine Hiftor. G<r. dell’Anno fi fermò in Venezia Roberto. Regnò ancora in quell’mjn-llb-Anno la confufione in Genova, troppo effendo avvezzi que’ Cittadini , e i dillrettuali ancora alle gare e fedizioni : ( c ) finché nel dì ultimo d’Ottobre colà arrivò Giovanni il Meingle, fopra- ¿tllUAnnal. nominato Bucicaldo Marefciallo del Re di Francia , perfonaggio Genuenf. di mirabil vivacità e franchezza, a ripigliar le redini di quel verno. Seco conduife circa mille uomini d’armi, e fu accolto con grande onore. Fatteli egli tolto confegnar quelle fortezze, che erano in mano de’Genovefi, nel dì 2. di Novembre chiamò a sé Badila Boccanegra, e Batiila de’ Franchi Lufiardo ; e dopo averli meflì lotto guardia, li fentenziò a morte, perchè avellerò ufurpata la rettoria della Città fenza licenza del Re ne’ • paflati tumulti. La fentenza fu efèguita ad un’ora di notte nella Piazza del Pretorio contra del Boccanegra, a cui fu mozzato Tomo IX.	A3	il capo.