Anno MCCCCXCVIIT. m cura fu dì far fciogliere il matrimonio da lui contratto molti anni prima con Giovanna Figliuola del Re Lodovico XI. sì perchè da effa aiTai brutta e mal fana non aveamai potuto ricavar fncceflìo-ne , e* sì perchè gli premeva di fpofare Anna Vedova del poco fa defunto Re , lìccome quella i che portava in dote l’importante Ducato della Bretagna r e di cui dicono , eh’ egli anche prima era (fato innamorato. Ricorfe perciò a Pa?a Alejfandro Vl.eti trova-reno in quegli fconcertati tempi delle ragioni per dichiarar nullo il primo matrimonio, e dar valore al fecondo . Di quello affare volle nondimeno far mercato il Papa , e coglierne profitto per Ce-farc fuo Figliuolo . Coflui non avendo gran genio all’abito Eccle-fìaftico , perchè meditava già di comandare a Popoli, ottenne in quefl’Annodi poter deporre la facra Porpora, e di ritornare al Secolo, allegando che contro liia volontà , e per timore del Padre , avea dianzi prefo il Diaconato -, nè vi fu chi ad uomo sì dabbene negaffe fede. Fu feelto Cefare per portare in Francia le Bolle dello fcioglimento del Matrimonio del Re, (a) ed in-r(,) Nardi fieme il Cappello Cardinalizio a Giorgio d’ Ambojia Arcivefcovo rÀ ‘tifi™* di Roano. Il fallo con cui egli andò, parea, che fuperaffe la^'4' grandezza, delle lleffe Corti regali. Il Re Lodovico, che per li fuoi difegni fopra l’Italia bramava già di guadagnar in fuo favore l’animo del Papa, slargò la mano verfo del di lui Figliuo- lo , dichiarandolo Duca di Valenza nel Oelfinato, dandogli una Compagnia di cento uogiini d’armi, ed affegnandogli l’annua penlìone di venti mila lire di Francia, con promeffa ancora di qualche bel Feudo nel Milanefe , da che l’aveffe conquillato. Prefe pofeia il Re Lodovico in Moglie Anna di Bretagna nel Gennaio dell’anno feguente , e iiccome vogliofo al maggior legno di conquiitare il Ducato di Milano per le ragioni di Valentina Visconte Avola fua ( voglia a lui accrefciuta dall’effere dimorato per tanto tempo in Affi , e dall’ aver conofciuta la bellezza della Lombardia ) così cominciò di buon’ ora a difporfi per ottener quello fine. Il fuoco accefo in Tofcana per cagion di Pifa, tuttavia durava . (b) Quanto più quella Città veniva angufliata da’ Fiorentini, ranto più i Pifani li raccomandavano alla potenza de’Ve-neziani, e quelli maggiormente s’infperanzivano di ridurre quel -Guicciardini la Città Cotto il loro dominio. Perciò avendo il Senato Vea-eto con- d dotti al fuo foldo Guiduhaldo Duca d’Urbino, AJìorre Bagiioni ubYjupra, Perugino, Bartolomeo d' Alviano, Paolo OrJìnot ed altri Condotte-* i