o» 295 oì> della terraferma mandava alla capitale i suoi allievi, che la massima parte ed il nerbo formavano dei veneti dipintori. E prima di ogni altra si affaccia la memoria di quel Poja, pit-tor veronese ricordalo dal Maffei, un’ ancona del quale fu in morte lasciata dal vescovo Bonincontro nel suo testamento, scritto nel 1298 a Verde, moglie d’Alberto Scaligero, e cbe dovea aver fiorito prima della metà di questo secolo. — Di altre opere del medesimo secolo e dell’ antecedente ragionò a lungo il Maffei, provando essersi sempre coltivata la pittura nella sua patria : ma noi vogliam qui parlare di quelle opere di tempo certo, o di quelle altre di cui si riconoscono gli artisti. — L’ Angelo della Nunziata, nella chiesa de’Servi, eseguito nel 1252 da certo Bartolommeo, si trovò dal Ci-nelli di maniera assai migliore delle opere di Giotto; il che pruova cbe prima di questo artista fiorentino, a cui vuoisi attribuire dal Vasari il risorgimento dell’ arte, si dava mano a perfezionare lo stile. — In aggiunta a questo, evvi nella chiesa di San Fermo Maggiore, sull’arco della porta, un affresco grandissimo, sprimente la Crocifis-sion di Gesù, con numero copioso di figure, lavoro condotto certo prima di Cimabue, giacché vedesi la croce con suppedaneo e quattro chiodi, uso lascialo poi da Cimabue e Margaritone, onde comporre con più graziosa attitudine 1’ un piede sull’ altro del Nazareno ; di che si vegga il senator Buonarroti nell’ opera sopra i vetri cimiteriali : e ciò non pertanto esso lavoro è condotto, a parer del Maffei, con lumi d’ arte uguali per certo, se non superiori, olii dati da Cimabue e da Giotto. Né si può in questo dipinto sospettar di pennello greco, come ad ogni intendente è palese. Ivi é varietà di invenzione ; ivi le leste degli uomini e de’ cavalli sono tollerabili, le figure posano, ed hanno qualche parte non affatto spregevole. Ove è la Vergine trangosciata, si veggon donne con espression di dolore in volto, non sono affatto prive di qualche gusto le pieghe, nè di qualche lodevol tratto le parti. Questo giudizio è dell’ acuto Maffei. — Poi in Santo Zenone è effigiato un vescovo nella piena dell’ Adige accaduta nel 1259, la cui faccia è bene incarnata, i piedi ben posano, la figura non manca di proporzione ; ed oltre a