Anno MCCCCLXXXVIII. 557 rella del Duca di Milano e Moglie Tua, co’fuoi Figliuoli. S’impadronirono i congiurati della Città, ma non della Rocca. Era Catterina .Donna d’animo grande e fagace. Minacciata di morte, fé non facea rendere la Fortezza, ottenne di potervi entrare per indurre quel Cartellano alla refa. Ma entrata, virilmente cominciò, alzate le bandiere del Duca di Milano, a far guerra alla Città, minacciando a gli uccifori del Marito l’ultimo eccidio, fe offeiì avef-fero i fuoi Figliuoli, ftante il foccorfo, che s’afpettava da Milano. Secondo la fuddetta Cronica Bolognefe, comporta da Autore contemporaneo, allora fu, che prefentatifi i malfattori alle mura della Rocca, e preparate le forche, moftrarono di voler impiccare i di lei Figliuoli, s’ella non fi arrendeva. Ma rifpofe loro quella forte femmina, che fe averterò fatti perir que’Figliuoli, Tettavano a lei le forme per farne de gli altri; e v’ha chi dice ( quefta giunta forfè fu immaginata, e non vera ) aver anche ella alzàta la gonna per chiarirli, che dicea la verità. Non efeguirono il cru-del difegno que’micidiali; ed intanto arrivò lotto Forlì Giovanni Bcn-tivoglìo con più di tre mila tra cavalli e fanti; e da lì a non molto giunfe ancora un altro rinforzo di foldatefche con fomma fretta da Milano fotto il comando di Gian-Ga/ea^o Sanfeverino. Stretti così da*ogni, lato i Cittadini, nè vedendo comparire i foccorfi, che fperavano dal Papa, dimandarono di capitolare: laonde nei dì 29. d’Aprile fu riconofciuto e proclamato Signore di Forlì Ottaviano Riario primogenito dell’ uccifo Conte Girolamo, ( t) Fu ere-(a) Savuio duto da alcuni-, che fi facelTe quella Tragedia, per dar quelle JP°r’d' Vc-Terre a Franctfchetto Cibò Figliuolo del Papa ; ma quando ciò fof-Iellato, altre mifure avrebbe prefo il Papa, affinchè l’imprefa riufcilfe a tenore de’fuoi defiderj. Poco flette ad udirfi un’altra feena in Romagna. Nel dì 31. di Maggio ertendo andato Galeotto de Manfredi Signor di Faenza a vifitare in fua camera Francefca fu a Moglie, Figliuola di Giovanni Bentivoglio, che era, o tìngeva d’elfere inferma: retto quivi uccifo, con perfualìone univerfale, che ciò feguilfe per • ordine della'ftefla Moglie, da cui era fieramente a cagione di alcuni di lui amorazzi odiato. Fu in armi la Città, e prettamente corfe colà il Bentivoglio con alcune genti d’arrfli per proccurar di quetare il rumore, e di articurare il dominio ad 4Jlorre Figliuolo dell uccifo, e Nipote fuo. Ma i Fiorentini, ficcome coloro, che fofpettavano fatto quel colpo dal Bentivoglio con‘dife-