Anno MCCCCXLIX. i^ poi anche la Rocca di renderfi nel dì primo di Maggio , fe non le forte venuto foccorfo. Per darglielo ufcirono fui fine d’Aprile di Milano i due Piccinini, e Carlo da Gonzaga. Oltre alle loro truppe conducevano feco venti mila Giovani del popolo Milaneie, armati di fchioppi, armi per la lor novità allora molto temute . Ma quelle tante migliaia di Giovani Milaneiì in armi lì powno ben credere una fpampanata de gli Storici adulatori, o poco cauti. Certamente grande era la baldanza di quella Armata , e fi fparfe anche voce, che afcendeva il numero di quelle milizie e fertanta mila perfone . Gli afpettò nondimeno di pié termo il Conte Francefco , ed ordinò le Tue fchiere per ben riceverli, fe aveano voglia di combattere. Ma quelli non s’inoltrarono , e intanto la Rocca di Marignano venne in potere del Conte. Perchè poi i Vigevanafchi, rinforzati da mille foldati inviati loro da Milano , mettevano a facco e fuoco la Lomellina , ed altre parti del territorio Pavefe : a quella volta marciò tollo il Conte colFefercito fuo. Nel viaggio avvertito , che Guglielmo di Monferrato meditava di abbandonarlo , lìccome difgullato per fofpetti, che ad illigazione fegreta d’eiTo Conte la Terra del Bofco non lì volelfe rendere a lui fecondo i patti : il fece ritener prigione in Pavia , dove per avventura avea chiella egli licenza d'andare. Per attellato di Benvenuto, (a) ciò avvenne nel dì primo di Maggio, o più tollo come (a) Btwtn. vuole il Ripalta ( b ) , nel dì 13. d’elio Mefe. Fu egli pofcia jpJ{aG^ie‘ tenuto nelle carceri di Pavia un anno e dieci giorni, lenza che Monferrato il Conte facelTe per allora novità alcuna per conto d’AlelTan- Tom• dria ; anzi egli eiòrtò quei del Bofco a renderli a Giovanni Mar- Rijalia chefe di Monferrato ( non so come chiamato Bonifacio dal Simo- Armai. netta (c) ) Fratello d’erto Guglielmo. Durò qualche tempo 1’ j1^enttni * attedio di Vigevano, valorofamente difefo dal preiìdio e da que rZ. ìtlìic. Cittadini; ma finalmente fi renderono, dopo aver corfo un gran (c) sìmonet. rifehio di eiTere meffi a facco, nel di 3. di Giugno. Avea in o\-vslrgrFl^ntl^" tre il Conte inviato Alejfandro fuo Fratello ad occupare Callel- Tom. xxi. lo Arquato, Fiorenzuola, ed altri Luoghi, che erano de’ Picei-^ ltallC nini ; il che fu efeguito ; ed egli tornò nel territorio di Milano, e dopo aver prefo Varefo , e la Valle di Lugano nel Comafco, andò fotto a Lodi, cioè nel fine d’Agoilo . Nel qual tempo Antonio Crivello Cartellano di Pizzighittone, importante Fortezza full’Adda, gliela diede, fomminiitrandogli anche il comodo di prendere cinquecento cavalli e trecento fanti de’Piccinini, che era-