4QO A N M A L I D* I T ALIA? la Scudi d’oro oltre alle ginie e perle. Dopo aver deputato alla curtodia del Cartello di Milano, benché contro il parere de’ fuoi, Bernardino da Corte Con tre mila fanti, e munizioni fehza fine, perchè confervandoiì querto , l'perava coll’aiuto dell’Impe-rador MaJJlmiiiano , e de gli Svizzeri di ritornare in cala wiel dì due di Settembre ito a Como , pafsò dipoi nel Tirolo. Allora il popolo di Milano.fpedì Ambafciatori al Campo Franzefe, invitandolo a venire , e reftò in breve confòlato. Tutte 1’altre Città, del Ducato di Milano prertarono anch’ erte ubbidienza aiFranze-iì, fuorché Cremona , che fecondo i patti venne in potere de’Ve-neziani. Succeffi tali, e murazioni sì fubitanee, accadute fenza ' quali lpargere unajlilla di l’angue, fecero inarcar* le ciglia a tutti gl’ Italiani, ed empierono di terrore Federigo Re di Napoli, il quale nelle disgrazie di Lodovico il Moro cominciava già a leggere le proprie . "Non paffarono dodici giorni dopo la tuga del Duca , che il creduto sì fedele Bernardino da Corte , fenza afpet-tare un colpo d’artiglieria, per gran fomma di danaro vendè lo allora creduto inefpugnabil Cartello .di Milano a i Franzelì, con tanta infamia delibo nome, che venne dipoi riguardato come un moftro, e fuggito o maledetto da.ognuno , e fin da gli iteiTì Fran-zefi, in guifa tale che non potendo reggere al dolore e all’obbrobrio , da lì a pochi giorni finì di vivere , fe pur norf fu aiutato a terminare la vita. Di così profperofi avvenimenti informato il _ /?€■ Lodovico , da Lione calò in Italia, e fece la fua folenne entrata in Milano nel Diario dì iei d’Ottobre (a ), accolco con iftrepitofì Viva da quel popo-Tam’xxl’v. liberato daU’afpro giogo di Lodovico il Moro fperava Rcr. haiic. giorni più lieti lòtto ilgoverno Franzefe. Elfendo ftato lafciato Sanuto in Milano Francejco Sjorja picciolo Figliuolo del morto Duca ft* Vxxìl Gian-Galea^o colla Duc/iejfa IJabella iua Madre, fu poi condot-Rc'r. Italie, to dal Re in Francia, e dedicato alla vita Monaftica . 1/abeIIa Corio Ijior. nell’ Anno fegueme fe ne tornò a Napoli ad ertere f'pettatrice dlGu\cdard della ^nal rovina- della Heal fua Cafa . Gian-Giacomo Tnvid^io , IJi. d'itoli*, da cui principalmente; riconobbe il Re un sì prefto, e felice ac-Ecicaire qUjft0 del Ducato di Milano, ebbe in dono la nobil Terra di V% «ìaltri.3 gevano. Nè fu pigra la Citta di Genova a fpedire Ambafcia-tori, e a darli con onorevoli condizioni al trionfante Re di Francia. Giunfero a fargli riverenza anche gli Ambafciatori de’Fiorentini, i quali non ortante molta contrarietà conchiufero Lega con lui. Intanto afpriiiinia guerra a i Veneziani facea B^ic^tt