380 Annali d’ Italia.
         nuto in Italia fotto pretefto di portar Tarmi contra de’Turchi,' foffe dietro unicamente a mettere il giogo a tutti gl’italiani. Perciò Papa Alejjandro V1. i Veneziani, Maximiliano I. Impe-radore, Ferdinando ed IJabella Re di Spagna, e Lodovico il Moro Duca di Milano ( che della fua balordaggine s’era in fin ravveduto ) trattarono una Lega contra del Re di Francia Car-
         lo	Vili. Fu creduto, che Lodovico fi dipartiffe dalla Lega ed a-mic'izia de’Franzeii, perchè luiìngatoii di poter ottenere dal Re Sarzana, Sarzanello, Pietrafanta, e Pifa, che erano ftate de’ precedenti Signori di Milano, ii trovò poi beffato, e reftò colie 7/? Sa¿U<v m.ani Piene di mofche (a). Sparfefi anche voce ( ¿'), che Lodo-n°¿To. 22. VIC0 Duca d’Orleaus, e padrone d’Afti in Italia, li lalciaffe fcap-Rcr. itali:, par di bocca, effere venuto oramai il tempo di far valere fopra $ di Vene Stato di Milano le ragioni di Valentina Visconte Avola fua. Tom. 23*'1 Per queftó affai pentito Lodovico dell’imprudente condotta fua, Ver. Italie, concorfe alla Lega, trattata e conchiufa in Venezia fra i fuddet-'Awai^Eul.1' Principi nel dì 31. di Marzo, col pretefto anch’effa di far guerra al Turèo, e pubblicata alcuni giorni dappoi dapertutto. Die-deli ognun de’Collegati ad accrelcere le fue genti d’armi, e F.ràn-cefco Gonzaga Signore di Mantova fu dichiarato lor Capitan Generale da i Veneziani. In fefte, in balli, e ingioiare Ti tratteneva il Re Carlo in Napoli, quando gli giunfe quefta nuova, per cui fmoderatamente cominciò ad inquietariì, e a parergli un’ora mille anni per defiderio di tornare in Francia. In effetto fattoli frettolofamente nel dì 20. di Maggio riconofcere con lblennità Re di Napoli, e lafciati in quel Regno cinque mila cavalli e molta fanteria, da lì a poco colrefto della iua Armata, prefe il cammino alla volta di Roma., feco portando non men egli, che i fuoi Cortigiani e foldati immeni’e lpoglie de’poveri Regnicoli. Giunto a Roma nel dì primo di Giugno, trovò che il Papa fe n’era fuggito colle iue genti d’armi, e ritirato a Perugia. Continuato il viaggio, i Franzeii diedero barbaramente il facco a Tofcanel-la, e corfe voce, che vi aveffero uccifo circa fecento perfone . Arrivò il Re con gran parte dell’elercito nel dì 13. di Giugno a Siena, (c) e quindi mollo, lenza entrare in Firenze, che era ben’armata, prefa la ftrada di Pontremoli per paffare in Lombardia, nella qual Terra enormi .crudeltà commifero i fuoi Franzeii. Tale era la fretta del Re, che parea fempre avere i nemici alle fpalle,- ma il vero motivo fu, perchè egli fperava di prevenir la Lega e di trovar aperto il palio per condurli ad Affi. Mentre