$8S Annali d* 1 t a l ì a. e ne inviò anche Lodovica Duca di Milano, giacché anche a lui davano fperanza i Pifani di fottometterfi a lui. Con quefti aiuti quel Popolo andò pofcia difendendo le (ledo. Non d’altro intanto per tutta Italia iì pafceva la eurioiìtà de g** oziofi, che de’mirabili apparecchi d’armi, che iì diceano fatti da Carlo Vili. Re di Francia, per tornare di qua da’monti , tenendoli per fermo, eh’,egli comincerebbe il ballo contro a Lodovico il Moro Duca di Milano, pretendendo, che quefti avef-fe in più forme mancato a i patti, e delufa la Corte di Francia* Tre eferciti doveano calare in Italia, uno condotto da Gian-Jacopo Trivulfio Nobile Miianefe, che nel Regno di Napoli entrato al fervigio d’ eiTo Re,, s’era già acquiftato il credito d’uno de’più favj e valoroiì Capitani Italiani . .11 fecondo fotto il comando di Lodovico Duca d’ Orleans , padrone d’ Aiti ; e il terzo ‘maggiore de gii altri, guidato dal medehmo Re Carlo . In sì fat-ri racconti gran parte avea la bugia. Il lolo Trivulzio venne ad Aid per licurezza di quella Città. Contuttociò. Lodovico Sforza, a cui tremava il cuore, determinò di muovere Atatfimilia-(i) Sanuto no Re de’ Romani, già fuo Collegato*, a calare- in Italia ( a ) . E 8^ riufeì il maneggio. Venuto T Ottobre arrivò MaffimUiano1 Ku. Italie, per la Valtellina, lcefe nel territorio di Milano , accolto con grati a dì*Rei™' e rnagn^cenza da effo Lodovico; e feifza toccar Milano, Genuenf. continuò il viaggio alla Volta di Genova con difegno di pafiàre a Tom. xxiv. Pifa 5 dove ancora quel popolo con grande iftanza P aveà chia-iicr’c*vcift.nìat0 ■ Non menava d'eco più di cinquecento cavalli , e di otto di Milano. bandiere di fanti. Nel dì 25. d’Ottobre arrivò a Genova, e da uard^'lft ^ a C^ue giorni imbarcatoli fe n’andò a Pila, dove penfando d’ d'hdìa. immortalare il fuo nome, dopo aver preio alcuni Caftelletti', Amm.iT. s’accinfe all’ aiTedio di Livorno, detenuto allora da’Fiorentini. •j (Fan^° ^ Per ^are l’ultimo affalio , inforfe difieniione fra lui, e i CommeiTarj de’Veneziani, perchè quelli |>retefero di voler effi. quel Luogo. Oltre a ciò una fiera burafea diilipò tutti i Legni, che erano a quell’ aiTedio . Altro perciò non fi fece . Propofe dipoi Mafììmiliano di dare il guado al diftretto di-Firenze; ma non vollero i Veneziani ufeir di Pifa, per paura di rollarne poi efeluii. In. lèmma andò a finire la mona di quello gran Principe in fole dicerie fvantaggiofe al di lui nome. Se ne tornò egli fui finire dell’Anno in Germania , por^ tando fecondali’ amarezza contra de’Veneziani , perchè' quelli' oltre all’avere ilurbati i fuoi difegni, aveano anche (coperta;