Anno MCCCCLXIV. fatti egli pelò pofcia non poco elfi Caldorefchi, e loro tolfe molti Stati, che godeano in Abbruzzo. Del Piccinino parleremo all’Anno Tegnente. Degno è intanto Cofìmo de Medici, che fi faccia menzione di fua morte, accaduta nel dì primo d’Ago- ilo dell’Anno prefente, (a) perch’egli fu uno de’più accredi- (a) Am*in tati perfonaggi di quello Secolo, e riputato fra i privati Citta - ¡fi'd‘aF:T*n~'' dini il maggiore e più ricco d’Italia. Colla fua faviezza e de- 'R«Puti ilrezza gran tempo governò ed agirò, come a lui piacque, la Folaumn. Repubblica Fiorentina, e lafciò ineilimabili ricchezze a Pietro 1 ' 5' fuo Figliuolo, ma non già il Tuo fenno. Venne anche a morte in quell’Anno nel dì 19. di Gennaio ( l ) in Cafale Giovati- ^ Bnven. ni IV. Marchejt di Monferrato fenza prole, e però gli fuccedet- da s. Gwrg. te Guglielmo fuo Fratello, di cui più volte abbiam parlato di^Jnfmato fopra. Tom. 23. Rei. Italie. Anno di Cristo mcccclxv. Indizione xm. di Paolo II. Papa 2. di Federigo III. Imperadore 14. GRande inquietudine avea data ne gli anni addietro a i Papi e a Roma il Conte d’Anguillara, cioè Everfo de gli Orjini, ma nemico de gli altri Oriìni. Per cagion fua non erano in verun tempo ficure le llrade, perchè facendo il meftiere de’ masnadieri, affaifinava i Pellegrini. Sotto il fuo comando fi contavano o per eredità o per occupazione Carbognano , Capraro-la, Ronciglione, Vetralla, e nove altre belle Caltella e Terre. (c) Appena creato fu Papa Paolo 11. che quell’ uomo malvagio andò a rendere conto delle azioni fue al Tribunale di Dio, re-Xomment. ilando fuoi eredi due fuoi Figliuoli Francefco e Deifobo. Avvez-llb- 2• zi amendue alla vita del Padre, cominciarono toilo anch’elfi yu.Vaùul a ricalcitrare a gli ordini del Pontefice, che li volea allrigne- P- 2 t- j-re a rendere il maltolto. Perciò Papa Paolo alfimprovvifoRer’ ltaM' fpinfe loro addoifo le fue armi col rinforzo d’altre ottenute dal Re Ferdinando ; e in poco tempo, e lènza molta fatica li fpo-gliò di tutti i loro Stati, ed effi confinò nelle carceri Romane. Niccolò Forteguerra Cardinale Legato fu adoperato in quefia im-prefa, e benché parelfero inefpugnabili le Rocche loro, pure in breve le ridulfe all’ubbidienza del Papa. (d) Malate/la vello de’Malatefti, Fratello di Sigismondo, godeva in fua por - ubi fu? re. T 2 zione