Anno MCCCCVI. 55 Maggio, (a) Perchè Ottobuono credea d’aver forze bartan- (a) DtUyn ti a refirtergli, abbandonò Piacenza, ma con lafciar ivi lungaj™a\'s memoria della Tua crudeltà, perchè le fece dar prima di partiriì Rtr' tùdc. un orrido univerfal lacco dalle fue genti d’armi, rapportato all’ $Boc/0'Iica Anno feguente dalla Cronica di Bologna (¿), colla morte di mol-Tom°.Jdm ti Cittadini, e col rubainento di molte zitelle. Giunto colà Fa-(0 Ripaiu cino (c), da che ebbe colla forza corrette alla refa tutte le For-p™aJ'tin tezze , ii fece proclamar Signore di quella Città. Brutta fcena Tom xx. fi vide ancora in Cremona nel dì 31. di Luglio. Da Gabrino Fon-Rer■Italli dolo Cremonefe reilò tradito Carlo Cavalcabò Signore di quella Città , e fatto prigione Egli, Andrea, e quattro altri di quella nobil Cafa, tutti furono crudelmente privati di vita nelle carceri , impadronendofi in tal guifa il Tiranno del dominio di quella Città. Fu in quert’Anno (d) afflitta di molto la Città di Genova dalla Pefte . Predicava nello rterto tempo in quella Città Fra GmL/'’ ” cen^o Ferreri dell’Ordine de’Predicatori, che poi fu aggiunto al Tom XVli. catalogo de’ Santi. Arrivò la moria anche a Savona, e cagion Rir’ td fu, che Benedetto Antipapa ivi dimorante fcappaffe a Monaco, indi a Nizza, e finalmente a Marfilia. Abbiamo il iuo Itinerario, da me dato alla luce (é). Erafi intanto partito, perchè dis~ guftato , dal iervigio de’Veneziani Galea^o da Mantova, uno e^int‘p‘peRt •de’più prodi Condottieri d’armi, che s’aveiTe allora l’Italia; ep.il.T.Ill. che già vedemmo aver terminata la guerra di Padova in favor d’ Rer- I,dlu' eilì Veneziani. (/) Acconciatofi col Duca di Milano, fu fpedito(f) Annaks a foggiogare i Villani di una Valle di Bergamo , o pur della Riva Poroiivicn. di Trento, che s’erano ribellati. Vi lafciò la vita uccifo da quel-^ ‘ la gente, e i Padovani credettero ciò vendetta di Dio , per aver egli, come diceano, fotto la parola tradito Francefco da Carrara già loro Signore. Secondochè abbiamo da gli Annali di Lorenzo Bonincontri (g), eflendo morto Raimondo Orfino potente (g) Boninc. Principe di Taranto, con lafciar dopo di sè Gian Antonio e Ga- j^”aLXJi’l brielLo Figliuoli di tenera età, e una Figliuola: il Re Ladislao Rer,'itanc. nella primavera di quert’ Anno volle profittar di tale occaiìone, e andò a mettere il campo intorno a Taranto. Prei'e tutte le Cartella di quel territorio. Impadronirti ancora di Converfano, e di Sant Angelo . Dopo lunga difefa entrò per tradimento anche nella Città di Taranto. Si ritirò allora co’ Figliuoli nel Cartel- lo Maria Vedova del fuddetto Raimondo. Portedeva ella un gran teforo, ed anche era dotata di rara bellezza, e di diftinta nobiltà. Perciò Ladislao volonterofo di dar fine a quella guerra, e di C 2 met-