13 r Annali d’ Italia. non ifcIegnaiTei'o di ftare gli altri fuoi Condottieri d’ armi. Fu fcelto per quefto grado Cario Malatefla, efperto , ma poco fortunato, Maeltro di guerra. Venuto quelli al campo nulla fece di riguardevole per più fettimane, finché aggirato da gli ilratagemi del Carmagnola, a Macalò nel dì n. di Ottobre inaf-pettatamente fu affalito, e trovato coll’efercito mal ordinato, e in parte difarmato, ( fe è vero ciò che hanno il Simonetta e il Corio, ma diverfamente è narrato dal Biglia, e dal Redu-fio ) fu ailretto ad una giornata campale. Interamente disfatti in ella rimafero i Duchefchi colla prigionia di cinque mila cavalli, e d’altrettanti fanti, e colla perdita di tutto il baga- flio. Lo iteffo Carlo Malateila fi contò fra i prigionieri, ma en trattato da i nemici, perchè Cognato del Marchefe di Mantova : perlochè non andò efente da fofpetti di perfidia. Ora quella terribil disgrazia, e l’avere il Duca ne’medefimi tempi addofìb verfo il Vercellefe Amedeo Duca di Savoia , e verfo A-leiTandria Gian-Giacomo Marchefe di Monferrato, e nel Genove-fato i Fuorufciti , e nel Parmigiano Orlando Pallavicino, tutti confederati a’danni di lui co’Veneziani e Fiorentini: gli mife il cervello a partito, in guifa che ricorfe fupplichevolmente per aiuto a Sigismondo Re de’Romani, e al Papa per la Pace. Trovava!! allora la potente Città di Milano sì ben provveduta) S'diius ta d’Armaruoli, che per atteftato del Biglia ( a ) , due foli d’ Hjkió.i.ig ef]] prefero a fornire in pochi giorni d’usbergo, celata, e del liti, halle. . r . r & . & J > . reito dell armi quattro mila cavalieri, e due mila pedoni . E perciocché era allora in ufo, che a riferva de gli uomini di taglia, fi mettevano in libertà i prigionieri, dappoiché loro s’erano tolte armi e cavalli ( benché 1’ aver ciò fatto il Carmagnola, gli pregiudicò non poco dipoi nell’animo de’Veneziani ) perciò il Duca raunò toflo quanto bafiava per impedire il precipizio de’proprj affari. Seppe ben profittare intanto il Carmagnola del calore della vittoria con prendere Monte Chiaro, gli Orci, Pontoglio, ed altre Terre fino al numero di ottanta nel Brefciano e Bergamafco. In quelli giorni il Duca di Milano per liberarli dalle forze di Amedeo Duca di Savoia collegato co’ fuoi nemici, comperò la pace da lui con un Trattato conchiufo in Torino nel dì 2. di Di-(b^ Guìchen. cembre dell’Anno corrente (¿), per cui il Duca di Milano ce-dette all’altro la Città di Vercelli, e prefe per Moglie Maria di Savoye. Savoia, figliuola, del medefirao Duca. Non piaceva al Pontefice Mar-