98 Annali d’ Italia. mo de Bentivogli, e la Tua fazione , e Matteo da Canedolo Capo d’un’altra fazione. Perchè toccò di foccombere all’ultima, fu quella cacciata di Città , e mandata a’confini , reitando il Benti-voglio come padrone della Città. Forfè le preghiere di quelli fuorufciti, e l’udire le divifioni, che tuttavia duravano in Bologna, fecero nafcer voglia efperanza al Papa di fottomettere quella Città. Braccio fu fcelto per tale imprefa. Spedì il Pontefice innanzi un Arcivefcovo ed un Abbate per fuoi Ambafciatori, che nel dì 28. di Febbraio entrati in Bologna efpofero con ornate parole il defiderio di Sua Santità d’aver egli il governo della Città. La rifpoila poco favorevole fu portata a Firenze da gli Ambafciatori Bolognefi fpediti colà. Però fi venne all’Interdetto e pofcia alla guerra contra di quel Popolo . Anche Lodovico de gli Al'dofi Signor d’Imola mandò la disfida a Bologna. Scri-(.») Mattk. ve Matteo Griffoni (<2), che nel dì cinque di Maggio venne in bus ^c/uon1' cIue^a Città Gabrino Fondo lo , ohm Dominus Cremonce, per Ge-Tom. 18. nerale deU’armi d’ efli Bolognefi. Ciò è da notare, lìccome dirò Rerc Italu• più abbailo , perchè fecondo il Corio ( b ), Gabrino non era per-di Bolgia, anche ftato fpogliato di Cremona. Ci afficura anche il Campa-Tom. eoi. no (c),che il Fondolo venne al fervigio de’Bolognefi. Ora nel d? Mila?!!'^ 17' fteffo Maggio comparve eifo Braccio colle fue milizie (c) Camp