^ 387 illustrala dall ab. Pietro Pasini. Il Weber trovò urne cenerarie nel-1’ isola della Giudecca, dove dal signor Giorgio Casarini fu rinvenuto un cippo alla profondità di circa un metro e mezzo sotto il suolo. Avanzi di costrutture romane il Casoni trovò nel gettare le fondamenta di un edifizio nell’isola dove era il convento delle Vergini, non lungi dall’ arsenale, come ne parla in una sua scrittura edita negli atti dell’ Istituto Lombardo-Veneto. Quello che meglio fa prova, che la condizione delle lagune era fiorente al tempo romano, è la stupenda chiesa di Torcello. Troviamo scritto, essere stata l’isola di Torcello un grande emporio, e la chiesa, o fu una basilica mutata in chiesa cristiana, o fu murata a mo di basilica nella sua prima edificazione. Sappiamo che la chiesa presente fu riedificata nel 1008, e le navi divise da colonne, il grande abside che corona la nave maggiore, le due cappelle laterali, dimostrano che nella riedificazione si conservò il tipo primitivo. Singolare vi è 1’ abside in guisa d’anfiteatro, colle gradinate pei sacerdoti, e in mezzo il seggio allo del vescovo. Che si adoperassero i materiali della basilica primitiva, lo accennano le colonne, e sopra tutto un’ ara romana che sostiene 1’ acquasantino. Alcune modificazioni si praticarono al tipo primitivo da chi riedificò quel-I’ opera d’ arte cospicua, e sentono di bisantino, fiorendo allora fra noi l’archilettura bisantina. E certo fu bisantino l’artefice del gran musaico che è posto sulla parete interna della porta maggiore, oltre allo stile testificandolo le sigle greche apposte ai lati di Nostra Donna. Quanto agli edifizi della prima consociazione, non abbiamo sicurezza per asserire che ne esistano tuttora. Pure si nota, che un’ antica tradizione ricorda sussistere tuttavia una torricciuola, avanzo della sede di un tribuno. Antiche carte fanno sicuri, avere abitato un tribuno in Santi Apostoli, la tradizione vuole che il nome di campielo de la Cason (1), dato ad una piazzuola posta non lungi (i) Ricordiamo che prima che si lastricasse Venezia, le piazze erano terreno erboso, onde venne il nome volgare di campo ad ogni piazza, di campielo ad ogni piazza minore.