246 Annali d’ Italia.
        dì 17. del Mefe di Gennaio entrò in eiTa Ferrara. Quivi fi riposò otto giorni in nobili follazzi e divertimenti; e regalato di quaranta corfieri e di cinquanta Falconi ben ammaeilrati alla caccia, continuò pofcia il Tuo viaggio alla volta di Bologna, (a) Cronìc« (a) dove arrivò nel dì 25. con gran fella e folennità di quel r0,njlTa,P0P°h- ^on meno magnifico l’accoglimento a lui fatto nel fler. halle. dì 30. del fuddetto Mefe (¿) dalla Repubblica di Firenze, al-iììnus' Jp1‘<h	entrò in quella Città, da dove poi pafsò a Siena, e
'tilìz. 3 quivi fi fermò per qualche tempo. Seco era Enea Silvio de’ Piccolomini Sanefe, Vefcovo di quella Città, e Segretario fuo , uomo di mirabil ingegno e di gran Letteratura, che fu poi Papa Pio II. Nel dì 9. di Marzo con incrcdibil magnificenza
(c)	infeffura fece la fin iolenne entrata in Roma ( c ) , dove il faggio Ponte-DWR(r Iial fice Niccolò per ogni buona precauzione avea raunate turte le fue milizie, e ben munite le fortezze. O fia perchè Federigo non avea voluto riconofcere per Duca di Milano Francesco Sforma, o pure perchè in Milano durava tuttavia la Pelle, certo è, ch’egli non andò a Milano, per prender ivi la Corona Ferrea. Inviò bensì lo Sforza il fuo primogenito Gaìea^o Maria. a Ferrara con gran comitiva ad atteilargli il fuo oiTequio e la fua ubbidienza, ma punto non fi cangiò per quello l’animo d’ eiTo Augnilo verfo di lui . Ora giunto a Roma Federigo fece illanza al pontefice di ricevere dalle mani di lui la Corona del {à ) JEneas Regno Longobardico. Per teftimonianza di Enea Silvio (¿)* SAuiySib'^- quefto Punt0 meffo in confulta, e tuttoché reclamalfero non
     1	'4 poco gli Ambafciatori di Milano, il Papa procedè oltre, e nel dì 15. di Marzo in S. Pietro il coronò come Re di Lombardia, dichiarando nulladimeno effere fua intenzione, che tal atto non {e)Raynaid. pregiudicalfe al diritto dell’Arcivefcovo di Milano (e). Nello Annos. Ecc. fteflo giorno avea egli prima congiunta in matrimonio con ef-fo Auguilo Federigo Leonora Figliuola del Re di Portogallo, ed anch’effa fu per confeguente coronata. Pofcia nel dì 18. del medefimo Mefe riceverono, amendue dalle mani d’eifo Pontefice la Corona Imperiale co i foliti riti, e con incredibil fella del popolo Romano, eifendo paifata tutta la gran funzione e permanenza dell’Imperadore in Roma fenza dillurbo , e con fomma pace. Vogliofo pofcia l’Auguilo Federigo^di vedere il Re AlJonfoy Principe celebrati/fimo di quelli tempi e Zio dell’ Imperadrice, fe n’andò con lei a Napoli. Gli onori quivi a lui compartiti dal Re, IplendidiiTimo Signore, non ebbero fine „