Anno MCCCCXII. rito a Papa Gregorio XI1. quando quafi tutta la Criftianità ricono-fceva per vero Papa il folo Giovanni XXI11. La difputa andò a finire in favor d’eifo Papa Giovanni. Ciò fatto, li portò Ladislao a Gaeta a vifitar Papa Gregorio . De’ di lui trattati legreti non era allo fcuro Gregorio , e però immantenente gliene dimandò conto. Negò Ladislao, ma nel dì feguente gli fece intendere, che fi levaffe da’ fuoi Stati in un determinato tempo , perchè non potea più foitenerlo . Trovoffi allora in grandi affanni Gregorio e la Corte fua ; ma per buona ventura capitate colà due Navi mercantili Veneziane, in una d’effe s’imbarcò, e girando pel Mare Adriatico fra molti pericoli e timori d’ effere colto dalle in-fidie di Papa Giovanni, arrivò in fine nel Mefe di Marzo a Ri-mini, dove con offequio e feita ben ricevuto da i Malatefti pofe la fua reiìdenza (a). Fu affai, che Ladislao noi fagrificaffe alla (a) Giornali politica fua, e a i defiderj del Pontefice Giovanni di lui avverla- if#'“'. rio . Si pubblicò qucfta Pace nel Mefe d’Ottobre. r™ j,ai,c'. Vide in queft’Anno la Città di Milano un orrido fpettacolo . ( b ) Giovanni Maria Visconte Duca s’era già tirato addoffo l’odio (10 Biilius univerfale del Popolo , non tanto per le gravezze impofte , quan- l^òm2'xix.‘ to per la fua inudita crudeltà. Teneva egli de’fieri cani al ilio Rcr. Italie. fervigio , e con eifi facea sbranar le perfone , alle quali volea male ; talvolta ancora per ilpaffo li laiciava contra delle innocenti perfone. Il Corio (c)ne racconta varj cafi. Fecefi pertanto una (0 Cono I-congiura contra di lui da varj Nobili, alcuni de’quali della fieffaj^/' ,Ui" fua Corte ; cioè quei da Bagio , Ottone Visconte, Giovanni da Porteria, quei del Maino, i Trivulzi , i Mantegazj, & altri. Ora mentre il Duca nel dì 16. di Maggio dalla Corte paffava alla Chiefa di San Gotardo , per udir Meffa, o pure mentre udiva Mefla , gli furono alla vita i congiurati, e con due ferite lo ftefero morto a terra. Con quella facilità fi sbrigarono eflì dal Duca , perchè in quelli tempi non fi trovava in Milano Facino Cane fuo Governatore e protettore . S’era egli dianzi con potente efercito portato all’affedio di Bergamo, poffeduto da Pandolfo Malatejla , e dopo la prefa de’Borghi era vicino a veder’anche la Città ubbidiente a’ fuoi cenni. Ma infermatoli gravemente fi fece portare a Pavia , dove tanto fopraviffe, che apprefe la violenta morte data al Duca da chi per la fua lontananza s’era ar-rifehiato a fare quel colpo, e ne ordinò a’fuoi la vendetta. Gio-(d) vanni Stella (d) fcrive effere morto Facino nel giorno ite ffo , inTom.‘xr/i. cui fu uccifo il Duca. Egli era nativo di Santuà del Piemonte ; Rer. Italie. altri