IX »di teila dura, di raggiri politici, nè alcun menomo eccedo fi mirò » in lui per ingrandire i i'uoi parenti, com’ebbero in ufo altri iùoi Pre-» deceifori--. Lode, che fa anche al fuccelfore Niccolò V. l’an. 14515: » — per eiTere llato Pontefice diiintereffato, lontano dal nepotilmo, &c.--La di lui maggior gloria però fi è quella d’aver l’an. 1449. rimandato Amedeo ai Romitorio di Ripaglia, ove mori Card. Vicario e Legato in tutto il Ducato di Savoja al principio dell’an. 1451. e di aver così dato fine alla deteflabil diviiìone , che non affliife più mai la Chiefa di Dio. » Prima di paifar più innanzi, giacché dopo Niccolò V. mutan faccia gli affari de’Pontefici; farà bene additare al Lettore la foflanza del Nepotismo, per cui va tanto in collera il noflro Annalifla. Dice l’an. 1404. che Bonifazio IX. ~ ebbe Madre, Fratelli, e Nipoti: gli efaltò ed arricchì per quanto potè. L’uno de’fratelli, cioè Gian-nello, creò Marchefe della Marca d’Ancona, l’altro Duca di Spo-leti. Ad uno di quelli fece anche dare dal Re Ladislao la Contea di Sora con altri Stati. — Conchiude però, che dopo la morte tutto andò in fumo, e tornò tutto in mano al nuovo Papa. Di quello, che era Innoc. VII. lodato fino da Teodorico da Niem, trova il bia-fimo nell’avere alzato l’immeritevol fuo nipote Lodovico de’Migliorati al grado di Marchefe della Marca d’Ancona —, che poi divenne Signor di Fermo ( an. 1406. ). Taccia nondimeno d’ingratitudine il SuccefTore Gregorio XII. perchè tolfe la Marca l’an. 1407. al Migliorati Nipote del fuo Creatore, e ad altro Nipote la Camerlengheria, per accomodarne i Nipoti proprj. Il Pontefice, di cui più ha da dire in quello genere, è 1’ Anteceffor d’Eugenio IV. da lui qui fo~ pra lodato per biafimar gli altri, cioè Martino V. Fece quefto gran Pontefice accordo, e lega colla Regina Giovanna 1’ an. 1419. in Firenze. Ora il Sig. Muratori ci avverte, che — nell’ accordo non dimenticò già il Papa l’efaltazione della propria cala, fecondo l’ufo de’ fuoi tempi-. Qui ognun crederà, che gli procacciale alti dominj ; altrimenti una delle più illujlri famiglie d’Italia, com’ei la dichiarò meritamente nell’elezion di Martino, non potrebbe a buona equità dirfi efaltata. Ma infegna egli medefimo Fan. 1426. entro a quai limiti fi conteneffe il Pontefice. Narra, come la Regina di Napoli toh fe con varj pretefli al Conte di Sarno—Sarno, Palma, ed altri luoghi, tutto ciò per compiacere al Papa, che defiderava d’accom-modare di quelle terre Alberto Conte di Nola di Cafa Orfina; accioc-» chè egli rilafciaiTe Nettuno, ed Ailura ad Antonio Colonna fuo Nipo-» te, Principe di Salerno, ficcome avvenne. Procurò in oltre effo Pon-» tefice una maggior fortuna ad effo fuo Nipote, accafandolo con Po- » lilfe-