-C$0. 227 usum accommodaretur. Finalmente evvi un capitolo col nome di Nicolò Liburnio/che prende per argomento : La fama et laude della galea di cinque remi per banco. La dimensione primaria della quinquereme Faustina viene ricordata ne1 Diari del benemerito Sanudo, alla data 23 maggio 1629, quando racconta la corsa fatta pel Canal grande, fino al palazzo dei Foscari, u dove la ziro, ma con grandissima faticha per esser it longa passa 28 (metri 48,720), e più che passa 3 (metri 5,220) più de le sottil ; « ciocché basta per sapere quale rapporto v’avesse tra l’uno e l’altro de’navigli fra loro simili. Noi pure, molti anni prima, intendevamo determinare la lunghezza della quinquereme in piedi veneziani 135 (metri 4^,980), minore di soli 5 piedi da quella del Sanudo, come nella Memoria sui navigli polir e mi; però rimane aperta agli amatori di siffatta erudizione strada a nuovi studi, portando le investigazioni sulle dotte congetture esposte dal lodato A. Jal, il quale, con fino criterio, si conduce a dedurre le misure della quinquereme Faustina, determinandone la lunghezza in piedi 23o di Francia, pari a veneti 214,3 (metri 74?710)? la larghezza piedi egualmente di Francia 32; di Venezia piedi 29,10 (metri 10,390), e l’altezza, ossia puntale, circa piedi 16 di Francia, veneziani 14^11 (metri 5,i84), il perchè giustamente esclama: Quelle gigantesque galère ! Non è da noi pronunciare un giudizio: pure confessar dobbiamo che le misure di questo dotto francese molto meglio si prestano in soddisfare alle condizioni, all’armo, alla singolarità ed alla celebrata importanza della quinquereme, di quello il può fare l’unica misura riferita dal cronista Sanudo. Lo storico delle cose nostre, Natale Conti, paragona questo naviglio ad un formidabile castello galleggiante, sul quale stavano trecenta bellica tormenta vari generis ad defensionem, ed il decreto di senato 24 giugno 1529, altrove citato, stabiliva u lo armar » della quinquereme, » e vi assegna u doi remeri per esser il duplo delli remi di una gali lia sutil, e perchè per li huomini da remo delle galie solile fu deliberado dar archi-« busi 5o per ciascuna galia sia preso che a questa ne siano dati cento; n dalle quali indicazioni noi concludiamo che la quinquereme Faustina era una grande modificazione della galea grossa o galeazza ; che se la galea sottile aveva, come a suo luogo abbiam detto, ioo remi, questa invece ne portava 200 (non 140, come vorrebbe il dottissimo Baifio) distribuiti in quaranta banchi, venti periato di cinque remi per cadauno; che l’equipaggio era numerosissimo, e che le artiglierie sudi essa stabilite per armo, erano in maggior numero, più grosse e più possenti di quelle che ordinariamente portavano le anzidetto galee sottili, su’ quali propositi nulla potuto abbiam ricavare da’ vecchi scrittori. Molto più di quanto abbiamo finora detto potrebbesi aggiungere sul proposito della quinquereme, ma volgerebbe ogni altro argomento a quasi inutili ricerche e notizie. Che se Vettor Fausto si fosse limitato ad una modificazione delle galee sottili o di altra trireme qualunque, non meno grande sarebbe il di lui merito per farlo degno di rinomanza, imperciocché bisogna por mente alle cure ed ai calcoli cui gli fu mestieri applicare per poter aggiungere due remi al piamero, al posticcio ed al terlichio che usavansi sulle ripetute galee sottili, e perchè operassero senza l’un l’altro impedirsi; al che fare vuoisi non comuni dottrine, e corredo di estese cognizioni pratiche, cose tutte che generalmente forse sembreranno di lieve momento,ma che l’uomo di mare è capace sol di conoscere e di giustamente valutare. Abbenchè questa grande galea abbia ottenuta la persuasione del governo, 1 applauso de’do Iti e degli altri costruttori emuli del Fausto, pure essa non si è sostenuta in riputazione nella marina, nè troviamo memoria alcuna, che siasene costruita una