Anno MCCCCXIII. £ pentito . Ed era, che avendo egli condotto Papa Giovanni e il Re Sigismondo fin iulla cima dell’alta e nobil Torre di Cremona, (a) non gli avefle pricipitati amendue al baffo, perchè la U) Campi morte de i due principali Capi della Criftianità avrebbe portata I^or-dl dapertutto la fama del fuo nome . Beftialità sì enorme difficilmen- rcmona' te potè cadere in mente , fe non per burla, ad un uomo sì accorto come egli fu . Tuttavia racconta il Redufio (¿) , che tanto ReJuj: il Papa, che Sigismondo, entrati in foi'petto della fede di coftui Chronic. in/aiutato hofpite fi partirono di Cremona. Continuò ancora per li primi Mei! di queft’ Anno la guerra fra il fuddetto Re Sigis-Pag. g27.C' mondo e i Veneziani (c). Si fparfero le genti di lui pel Vero-nefe e Vicentino ; fuccederono ancora molti incontri di guerra fO Smm» colla peggio ora dell’ uno, ora degli altri; ma in fine conofcen- jum. xx)i. do Sigismondo, che v’era poco da fperare contro la potenza e R*r. Italie* vigilanza della Signoria di Venezia, diede afeoko a propofizioni di Tregua. Nel dì i 8. d’Aprile giunfe a Venezia la nuova, che s’era conchiufa effa Tregua per cinque Anni avvenire. Pandol-fo Malatejla, che con fingolar valore e fedeltà avea fervito alla Repubblica in quella guerra, dopo aver ricevuto confiderabili premj e finezze da i Signori Veneti, fe ne ritornò a Brefcia , e cominciò guerra contra del fuddetto Gabrino Fondolo Tiranno di Cremona, a cui rolfe circa dicidotto Cartella , con giugnere itao alle mura di quella Città; ma non potè fare di più. Terminò i fuoi giorni in queft’ Anno nel dì 26. di Dicembre Michele Steno Poge di Venezia (J) , e gli luccedette poi in quell’ il- p) Lo luftre carica Tommafo Mocenigo nel dì 7. del proiìimo Gennaio. Quelli fi trovava allora Ambafciatore in Cremona, ed avvifato fen venne iVgretamente a Venezia. Nel dì 2. d’Agofto di queft’ Anno (