z)4 Annali d’ Italia; e la mattina feguente diede loro addoflo, in maniera che li fconfiffe, con prendere almen trecento cavalli, i cannoni, e tutto il loro bagaglio . Fu offervato, che Francefco Piccinina non fi volle muovere colle fue truppe per {occorrere gii afia-liti: fegno ch’egli già ordiva un tradimento. Per tal vittoria alzarono forte la tefta i Milaneiì ; e molto più perchè ert'endo-lì collegati con Lodovico Duca di Savoia, era loro data fperan-za, che calerebbe dall’Alpi un nuvolo di cavalleria contra del- lo Sforza. Venne in fatti l’Armata Savoiarda, ma non mira- (a)Si‘mo«eM«bile , come s’era creduto, contro Novara (a); nè avendo po-sfònAxs!tuto Sorprendere quella Città, s’impadronì di quafi tutte le Tom. a. Cartella del diftretto, commettendo iramenie crudeltà e fac-Ren Italie, cheggi. Erano circa fei mila cavalli. Criftoforo da Soldo li fa il doppio fecondo le voci ipefl’o favolofe de’tempi di guerra. Contra di loro il Conte Francefco fpedì Bartolomeo Coleone, e fi andò badaluccando fra loro per molti giorni, finché paf-fati i Savoiardi con più di tre mila cavalli ad affediare Borgo Mainerò, Bartolomeo benché inferiore di gente fu forzato nel dì 20. d’Aprile a prendere battaglia. Fu quefta affai fangui-nofa sì per Funa che per l’altra parte: tuttavia rimalèro in fine feonfitti i Savoiardi con prigionia di mille cavalli e prefa del bagaglio. Baftò quefta vittoria, perchè il Duca Lodovico defirtefle dal dar più moleftia allo Stato di Milano. Circa querti tempi il Conte Francefco, venuta già la Primavera , era ufeito in campagna, ed avea ordinato a Francefco Piccinino, e a Guglielmo di Monferrato di tornare all’affedio di Monza. Allora fu che fi palesò l’infedeltà del Piccinino, e di Jacopo fuo Fratello, perchè amendue nel dì 14. o pure 15. d’ Aprile, fatto prima fegreto accordo colla Reggenza di Milano, (b) Ripalta ( h ) ed aperte loro le porte di Monza, con tutte le lor truppe 'piacentini ventrarono • Ciò faputo , Guglielmo non tardò a ritirarli di là Tom!*xx‘ con buon ordine , e a ridurfi all’ Armata Sforzefca. Con tre mi-Rer. Italie. Ja cavalli e mille fanti paffarono dipoi i Piccinini a Milano con gran fefta di quel popolo ; e perchè Crema attediata da i Veneziani era oramai ridotta all’agonia, ebbero ordine di foccorrer-la. Colà s’inviarono erti infieme con Carlo da Gonzaga, e con tali forze , che Sigismondo Malateflu. Capitano de’Veneziani a quell’imprefa, giudicò meglio di non afpettarli, e fciolfe 1’ arti-dio nel dì 17. o pure 18. d’Aprile. Andò intanto il Conte Francefco all’aiTedio di Marignano , ed ebbe la Terra. Capitolò di-