ii4 Annali d’ Italia. Don Pietro Tuo Fratello, con dieciotto Galee fi mife in mare, e nel viaggio prefe e fàccheggiò l’Ifola dTfchi?. . Fece ancora di peggio. Nel paffare avanti a Marfilia Città allora del Duca d’ Angiò nemico fuo, per vendicarii di lui, all’imptovvifo tentò un’imprefa, che parve temeraria , e pure gli riufcì : tanto era egli ardito e fprezzator de’pericoli. Se ne ftavano i Marfiliefi fenza guardia, perchè fenza apprenfion di nemici all’intorno, quand’ecco Alfonfo iopravenir colla Tua flotta, rompere la catena del porto, forprendere quanti Legni ivi fi trovarono, ed attaccato il fuoco a parte della Città , mettere tal terrore in eiTa, che il Popolo corio all’armi non potè durarla contra di lui. Per tre giorni andò tutta a facco quella ricca Città, immenfa fu la preda, e fra 1’altre cofe tutti i vafi preziofi delle Chieiè, e tutte le Reliquie del Corpo di San Lodovico Vefcovo furono afpor-tate a Barcellona e Valenza , verfo dove Alfonfo continuò il fuo viaggio, perchè conobbe di non poter tenere quella Città. Vegniamo ora a Braccio da Montone. (a) Da che egli i? vide in pieno poiTeiTo della nobil Città di Capoa e del fuo riguar-devol Principato, ficcome uomo pien di grandi idee, e che appena falito un gradino penfava a montare più alto, rivolfe gli occhi , ficcome dicemmo, alla ricca Città dell’ Aquila ; e perchè quefta fi dichiarò del partito della Regina contra del Re Alfonfo, bella occafione parve a lui quella d’impadroniriène, con ifperan-za, avuta che 1’ aveiTe, di non dimetterla sì predo , anzi di ag-giugnerla al fuo Principato. Ne imprefe dunque l’afTedio, ma con trovare quel Popolo rifoluto di difenderli. E perchè egli per foggiogare una Terra, fi ritirò di là per alquanti dì, lafciò campo a que’ Cittadini di premunirfi ben di viveri , e di rimettere in buono flato le fortificazioni della loro Città. Però tornatovi fot-to , con più ardore la ilrinfe ; e trovando inutili, anzi dannofi gli ailalti , fi preparò in fine a vincerla colla fame. intanto gli Aquilani con varie Lettere e Meffi imploravano aiuto dalla Regina Giovanna . La commiferazione di quel Popolo fedele , e più la confervazione di sì importante Città per proprio intereife, furono pungenti fproni alla Regina per accudir con vigore a preparar il foccorfo. Fu moiTo Sforma a quella imprefa non meno dalle di lei premure, che dall’antica fua emulazione verfo di Braccio. Però quantunque il verno imminente invitaffe le milizie al ripofo, egli chiamò il Figliuolo Francesco dalla Calabria, Fof-chino, Michele, e gli altri fuoi fidi Cotignolefi colle loro trup- pe,