liv » potefle goder quel Feudo, e nello fteflo Diploma, che è dato il »dì 14. Novembre, inveli! e lui, e i di lui figliuoli legittimi, di »Ferrara coll’ annuo cenfo di 500. Fiorini d’oro? Quanto a Lio-» nello , ne parlò egli con più apparenza di retto e giufto nelle An-» tichità Eftenfi ( pari. z. pag. zoi. efegu. ). DiiTe , che il padre lo » lafciò erede nel Tuo teftamento * che lo avea legittimato; che non » credette proprio e ficuro in tempi sì {concertati Ercole figliuolo » legittimo di foli anni dieci ; e che Martino V. con lua Bolla dell’ »anno 13. del Pontificato, confermata poi da Eugenio IV. accor-» dò a Lionello la fucceffione. Quefta Bolla di Martino, benché »non prodotta, avrebbe qualche pefo, ma ( anno 1 441.) parlando »della medefima, avea detto, che a’dì tredici Giugno 1429. fu » fpedita per legittimarlo folamente , e foggiunfe, che Niccolò III. » padre di Lionello, diè moglie al figlio, e la tolfe anche lui ejfen-a do già vedovo ( di chi? forfè di qualche Donna iterile, perchè que »figli, che avea, erano baftardi ). Bifognava almeno produrre la » conferma d’Eugenio IV. per chiarire il torto fatto a Ercole iigliuo-» lo legittimo, e alla natura del feudo: giacché le altre riferite » circollanze non facilmente faranno ammeiTe . Quel trovarli Nic-» colò III. alla Corte di Milano in tanta grazia del Duca, che gli » fufcita F invidia -, onde a dì 26. di Dicembre inferma e muore in »poche ore, con fofpetto di veleno Fanno i44i.efclude tutto il » refto, fuorché le Bolle, fe fofier vere. » Eugenio IV., ne fece una veramente portata dal Rinaldi ( 1443. » num. S. ), nella qual concede al Re Alfonfo, che i diritti del Re-» gno di Napoli edam ad tranjverf'ales Mafculos jam natos, & in »cinteci nafcituros, fecundum gradus prcerogativam extendantur : ita » quod p ree fati tranfve>fales in dicìo Regno in dejcendentium per di-» reclam hneam defeflu fuccedere valeant, & admiiti non obflantibus » con(litutionibus , & ordinationibus Apoflolicis, denatura, & confue-» tudinibus Feudi, vel concejfloms hujufmodi &c. Si noti però, che »il Pontefice non contento di tutte le cautele efpreffe, ordinò, » che detta Bolla ( data in circoftanze di tempi, che obbligavano » a far facrifizio {ìmil* per ben della Chiefa ) non fi pubblicafte » fin dopo la iùa morte : Quafi Jcilicet ( dice iaviamente lo Spon-» dano nnm. 3. ) tolerabilius ejfet famee maculam ceternum pojl mortem »pati, quando nulla fuperejì emendatioms via, quam pauco tempore » in vita., dum adhuc jacultas ejì res in iniegrum refliLuendi. Il me-» defimo Pontefice ne avrà poi fatta una fimile per Lionello ba-»ftardo, effendo viventi due figli legittimi di Niccolò III.? Così » ci af-