Annali d’ Italia. per pacificarli fi portò in perfona nel dì dieci di Settembre ad un Luogo, dove la maggior parte d’elfi era raunata,nè vi fu cofa chieita da loro, che nonaccordaife. Ma non ebbe effetto alcuno 1’ abboccamento, perchè que’Signori non fapeano tìdarfi di un Principe, il quale in addietro av'ea affai dato a conofcere, quanto gli foffe familiare la bugia e la frode , e che nulla gli collava il tradire fotto la parola. Ribello/!! anche a Ferdinando nel Mefe d’Ottobre la ricca Città dell’Aquila, e ricorfe alla prote-zion del Pontefice, offerendogli il dominio della lor Città, nè ebbe Papa Innocenzo difficulta a accettarlo . Si veggono ancora Monete dell’Aquila itefla colla tetta d’effo Pontefice . Di qui venne aperta guerra fra Innocenzo, e Ferdinando . A quello ballo immantenente traffero molli da Ferdinando i Fioientini, e Gian-Galea^o Duca di Milano, o Ila più torto Lodovico il Moro, come fuoi Collegati. Paffarono anche nel fuo Part*t0 Orfani (a). I Veneziani e i Genovefi fi accollarono re^e. al Papa, e i primi permifero , che Roberto da San Severino paf-faffe a i di lui fervigi con titolo di Gonfaloniere, o fia di Generale dell’Armi della Chiefa. Menò egli con feco fecento uo-(h)Corio iji.mini d’armi. (b) E ficcome i Veneziani fpedirono cinquecenti Melano. tQ cavalli e due mila fanti in aiuto del Papa, così FFiorentini, e Lodovico Sforza inviarono , ma ben lentamente, la lor quota di gente in rinforzo a Ferdinando. Venne il Duca di Calabria con un picciolo efercito in Campagna di Roma, e cominciò ad infettar le vicinanze di Roma lleffa . Era guerra fra il Re , e i Baroni di Napoli. Guerra parimente fi iacea fin fotto le porte di Roma, Città, che in quelli tempi fi trovò piena di fpaventi, e d’interni tumulti, abbondando chi difapprovava 1’ impegno prefo dal Papa. Arrivato poi che fu Roberto S. Severino colle fue genti, refpirarono i Romani. Narra il Summon-te (c), che su quel di Velletri feguì una fiera battaglia di quat-ìfl'd^Naph tro ore fra Aijonfo Duca