^ 370 XVII. DA ANDREA CELESTI FINO AL RISORGIMENTO DELLE ARTI AL CADERE DEL SECOLO PASSATO. Per 1’ accorrenza di artisti esteri nella capitale, e pel gusto degenerato, i pittori nazionali, dimentichi quasi al tutto dei sani precetti de’loro antichi, presero a seguire chi questo, chi quello degli stranieri, e quindi si videro in Venezia, come osserva Zanetti, tante maniere, quanti eran quelli che dipingevano, giacche molti, senza seguire nessuno, si formarono uno stile lor proprio. In tale stato trovavasi la pittura negli ultimi anni del secolo decimosettimo. Quei che succedettero, e sono a noi più vicini, sebben varii di stile, si conformarono però in certo studio del bello ideale; e tutti ritrassero dalla moderna scuola romana o dalla bolognese, aggiuntivi nondimeno i propri difetti. Fra questi cangiamenti la scuola veneta, che avea sempre tenuto il primato nel colorito, cominciò ad alterarlo, e, per renderlo più brillante, lo fece mcn vero. Rari son vissuti in quest’ epoca, che nelle tinte o poco o molto non si possali dir manierati. Guadagnò per altro la scuola in alcune cose, e specialmente nel decoro, con cui prese a trattare le istorie, senza introdurvi ritratti, abiti, costumi men propri ; del qual difetto era stala colpevole più di ogni altra e tenace. Nè può negarsi, che in questo secolo di decadenza per tutta la magna penisola, ella si possa pregiare di aver prodotti valentuomini da metterla in nominanza. Mentre l’Italia inferiore, pressoché tutta, nulla osava olire i contrapposti cortone-schi; mentre in tante scuole dell’alta Italia gl’imitatori degl’imitatori de’ Caracci si lenean per sommi esemplari ; in Venezia e nello Stato si vider sorgere vari stili, se non perfetti, originali certamente, e pregiati in lor genere; se già non si è ingannata l’Europa tutta stimando ed acquistandosi a gran somme le pitture de’ Ricci, del Ticpolo, del Canaletto e di altrettanti artefici di questa età, la quale andò poi preparando nel seno delle nostre lagune il risorgimento