t 218 Annali d’ Italia. eia, con efibirfi di redimire al Duca d’Orleans la Città d’ Atti. Ma le Tue maggiori fperanze erano ripofte nel credito e nel valore del Conte Fraticefco Sforma, cioè in quel medefimo, eh’ egli sì lungamente avea perfeguitato, e ridotto co’ fuoi maligni maneggi, e coll’armi, e co’danari, a perdere l’intera Marca d’Ancona»; e con volerlo anche fpogliare di Cremona. A lui Lettere , a lui Metti andavano di tanto in tanto , pregandolo e (congiurandolo di foccorfo, e follecitandolo a venire , fenza lafciar indietro offerta e prometta alcuna , che il potette muovere, e fo-pra tutto mettendogli davanti la fucceflion de’fuoi Stati. Perchè a quelli andamenti teneano ben l’occhio aperto i Veneziani, anch’eflì gl’inviarono Pafquate Malipieri per tenerlo laido nella lor Lega , con fargli aneli’ etti delle larghe eiìbizioni. E perciocché il Conte non dava categoriche rifpofte, s’avvidero ben per tempo que’ faggi Signori, eh’ egli era per anteporre alla loro an- (a) Cnfiofor.tica amicizia la nuova riconciliazione col Suocero. (a) Prefero ^Bnfc^T ^ dunque la rifoluzione di non afpettare, ch’egli fi dichiarafie, e ¿ter. Italie- ’ di torgli intanto Cremona, fe veniva lor fatto. Ordinato prima di ^Mii'1^' Un tratrato con alcuni Guelfi di quella Città, Michele Attendalo lan0‘ lor Generale nel dì 4. di Marzo fi prefentò fegretamente con quattro mila cavalli e grotta fanteria alla Porta d’ Ognifanti di Cremona, credendoli di trovarla aperta. Gli andò fallito il colpo. Fofchmo Attendolo da Cotignola Governatore , e Giacoma^o da Salerno Capitano de’foldati del Conte Francefco, furono tofto in armi, raddoppiarono le guardie alle porte, alle mura, alle torri, così che nè i Cittadini ofarono di far movimento ; e i Veneziani , dopo avere feoperto il loro buon animo, fi ritirarono colla bocca afeiutta. Quefto tentativo oltre ad altri motivi, che aveva il Conte Francefco d’effere poco contento de’ Veneziani, per averlo etti abbandonato nelle pattate fue disavventure, e la (b) Ammi- fegreta inclinazione da lui ben capita de’Fiorentini, (¿)a’qua-rati ift. di li non piaceva , che i Veneziani s’ingrandiflero di troppo col met-Fireni i. 22. tere ¿j Duca in camicia, fervi a lui di fcufa per iftrignere il trattato col Suocero, a condizione, che gli fotte pagato annualmente tanto di làlario , quanto gli davano i Veneziani, afeendente a ducento quattro mila Fiorini d’oro; e che gli fotte dato col titolo l’autorità di Generale d’Armata per tutti idi lui Stati. Pertanto alcune fomme di danaro gli furono mandate da Milano, altre pagate in Roma: col quale rinforzo cominciò a mettere in ordine e ad accrefcere le fue Truppe. Ma mentre fi crede di mar-