nno MCCCCLXIX. 505 li. Ifotta non credendoli abile a foftenere il Tuo dominio in Ri-mini , benché non amaffe Roberto a guifa dell’ altre matrigne , pure deiìderò d’averlo a parte nel governo. Allora Roberto ¿-olò a Roma, e fatto credere al Papa , che ottenuto il poifeifo di Rimini , lo rimetterebbe toilo alle Tue mani, con ricavarne altri fuoi vantaggi, impetrò licenza di venire. Giunto a Rimini, mandò a filar la matrigna, e conciliatoli l’amore di tutti, per fortificarli meglio coll’aderenza di Federigo Come d’Urbino, prefe una di lui Figliuola per Moglie. Stavano i Minillri del Papa afpettando a bocca aperta , che Roberto di dì in dì confegnaile loro la Città, quand’ ecco con far prigione un fuo confidente, che veniva da Napoli, portando gran fomma di danaro, fcuoprono, aver egli fatta Lega col Re Ferdinando. Se ne turbò a maraviglia il Pontefice, ed irritato non men contra di lui, che contra del Re, nel dì 28. di Maggio fece Lega offenfiva e difenfiva co’Veneziani, e toilo fi accinfe a far guerra al medefimo Roberto, non volendo fofferire, che una Città della Chiefa fenza titolo veniife da lui occupata . Scelfe per Generale dell’armi fue Aleffandro Sforma, valorofo Signor di Pefaro, che volentieri aifunfe quell’impiego per ilj:>e-ranza, prendendo Rimini, d’impetrarne il Vicariato dal Papa. Spedite dunque le milizie Pontifizie , e venuti rinforzi di cavalleria e fanteria dallo Stato Veneto , condotti da Pino de gli Orde-laffi Signore di Forlì, AleiTandro coll’Arcivefcovo di Spalatro nel Mele di Luglio fi portò fotto Rimini, e fulle prime per inganno s’impadronì d’uno di que’Borghi . Roberto virilmente fi difefe ; fperava anche di far cofe più grandi. Intanto i Fiorentini fapendo, o pure fingendo di fapere , che il Papa Veneziano avea prometto a i Veneziani poco loro amici, di lafciarli entrare in polTeiTo di Bologna, Città allora governata da i Bentivogli : fpedirono in fuflìdio del Malatella Roberto S. Severino lor Capitano con un corpo di gente. In perfona ancora vi accorfe Federigo Conte d’ Urbino , che non volea lafciar perire il Genero . Venne in oltre inviato dal Duca di Milano in aiuto di lui Trinano Sforma con fecento cavalli. Quel che è più, arrivò 4ljonfo Duca di Calabria inviato dal Re fuo padre con cinque mila ca- (a)Cr°™* valli, due mila fanti, e quattrocento Baleilrieri: polfente rinfor'-‘rom’xlYii zo al Malatella, ma che acquiltò al Re Ferdinando un graveR"- h*\u. reato d’ingratitudine nel cuore di Papa Paolo. Nel dì 23. d’ A Pu goilo (a) lì venne ad un fatto d’armi fra quelle due Armate, e Eptf.'“31s. Tomo IX. V tut-