Anno MCCCCXXIV. I 2, £ Pontefice, che non (blamente fi vide libero da un formidabil nemico , ma anche nel dì 29v di Luglio ricuperò Perugia, Aflì-fì, e l’altre Città da lui uiùrpare, con effere anche tornato in potere della Regina Giovanna il Principato di Capoa. Giunte poi nel dì 20. di Giugno a Napoli la Flotta di venticinque Galee del Re d’Aragona, che con alte grida s’andò accollando alle mura, e diede in più volte molti analti al Molo picciolo , che bravamente fu difefo da i Napoletani colla morte di affaiffimi Catalani . Altro dunque far non potendo quel Comandante, nel dì due d’Agoilo cavò di Caitello nuovo l’infante Don Pietro Fratello del Re Jlfonfo, lafciando in iùa vece alla cuitodia di quella Fortezza Meffer Dalmeo, ( a ) e dopo ayer danneggiata la marina , (a) Hìji.si-arrivò circa la metà d’ elio Mefe inlìeme coll’ Infante a Meflì- c£i“‘ na. V’ha chi riferifce all’Anno leguente quello fatto. Venuto poi il Settembre, elio Don Pietro, e Don Federigo luo Fratello fecero vela colla Flotta verfo l’Affrica, per bottinare addoffo a i Mori. In una rotta, che diedero ad effi, ne fecero prigioni più di tre mila. Mentre quelle cofe lì faceano nel Regno di Napoli, s’andò fempre più ribaldando la guerra in Romagna tra Filippo Maria Visconte, e i Fiorentini. (¿) Troppo di mal occhio mi- (b) Ammì-ravano quelli entrate Tarmi Duchelche in Forlì; perchè 1’ ave- f\s re a i confini un Principe di tanta potenza, giulla gelolìa facea c/ironie. nafcere nel cuore di quel molto avveduto popolo. Crebbero mag- Forolivien. giormente i diffapori e fofpetti, dappoiché l’armi del medefimofauf.' Duca per tradimento mifero nel dì primo di Febbraio il piede in Imola, e fecero prigione Lodovico de gli Alidoji Signor d’effa Città (c), che fu mandato a Milano. Quelli dopo effere llato (c) Bilìus parecchi meli nelle carceri, rilafciato lì fece Frate dell’ Offer-4- 1 • r* T' r 01 • ' t1* ‘ 1 Tom, eodem* vanza di S. trancelco. Spedirono perciò 1 fiorentini Carlo e Pandolfo Malate(li Signori di Rimini ( d ), e circa dieci mila tra (