<3« 69 144, senza perciò che ci sia luogo di stabilire alcuna proporzione intorno a tali monete. Altra ve ne ha di biglione, che pure spetta alla guerra ¡stessa, del peso di grani 52, col leone in piedi e 1’ anno 1571 al di sotto, e nel rovescio colla iscrizione in quattro linee: aes argenti, X ; che si spiega indicare la sua bontà di carati 10 per marca. Le monete di Dalmazia suaccennate, per lo più di rame o basso biglione, proseguono forse a tulio il secolo XVI, e quasi uniformi, oltre al leone colla solila leggenda, mostrano i santi protettori delle città rispettive colle loro denominazioni all' intorno, cioc san Simone di Zara, san Domnio di Spalato, san Michele di Sebcnico, san Lorenzo di Trau, san Giorgio di Antivari, sanlo Slefano di Alessio, la Beala Vergine di Dulcigno, santo Stefano di Scutari, quest’ ultima d’ argento, siccome d’argento altra ve ne ha con iscudo ignoto nel mezzo e leggenda : moneta dalmatiae ; alcuna di queste ha pur le iniziali dei podestà o rettori veneziani che vi governavano. Ma fra tutte quest’ ultime monete vanno distinte quelle col nome di san Trifone di Cattaro, specialmenle per la singolarità che si battevano in quella città medesima sempre bene affetta ai Veneti, e la quale, onde tutelarsi contro i Turchi, nel 1420, volontaria a loro si era assoggettata. Vi ha di queste il privilegio veneziano del 1423, che dice : Quod in Catharo cudatur moneta juxta suas consuetudines, cioè, colla figura di dello Santo e con quella di san Marco in Irono, come innanzi si meltevan quelle dei re di Rascia che vi dominavano ; ed ivi si stabilisce che vi accudisca un magistrato civico, cioè quello dei due Cecchieri, che poi continuò, ed al quale si dichiara, che pur invigili alla moneta di rame chiamata follari. Non sono rare a trovarsi tali monete di rame o d’ argento, e più o meno rozze secondo il tempo e qualità loro, le quali mostrano a vicenda il sanlo Evangelista, o con corona e scettro, o senza, o sotto il solilo simbolo veneziano del leone messo di faccia ; ed inoltre hanno lo scudo del rappresentante veneziano, e le iniziali di suo nome, e se ne incontra alcuna sino a Pietro Morosini provveditore, che cessò nel 1627, del quale anzi ve ne ha qualche esemplare, che, invece della