LIX » Egli è ben noto, che in tempo del terzo Duca di Ferrara AI-» ionio I. avea ravvivati l’intrepido Pontefice Giulio II. i titoli più » antichi della S. Sede, e gli era riufcito di ricuperar le varie Cit-» tà compreie nell’ Efarcato, o nella fpontanea donazione della Con-» telici Matilde. Ma è altresì noto, che il medeiìmo Duca Alfonfo » nella Sede vacante di Leon X. e in quella d’ Adriano VI. fi ri-» mife in poffeffo di Reggio e altri luoghi, e l’anno 1527. nelle » note calamità di Clemente VII. dopo le afpre e dure condizioni » del Pontefice in Caftel S. Angelo, di dare in oftaggio Oftia , » Orvieto, Parma, e Piacenza a gli Ufiziali Cefarei, gli fu con-» Tegliata anche Modena da Filippo Nerli. Or quefto Alfonio, »oltre ad Ercole II. che gli-fucceffe nel Ducato di Ferrara, e ad » altri tre figliuoli legittimi, ebbe anche di Laura Euftochia ( che » iì vuol da lui fpofata in articulo mortis ) Donno Alfonio Spurio, »dal quale difcendorto i Duchi di Modena, effendo egli ftato le-» gittimato, non l'olo dalie predette nozze, che poco varrebbero »in genere di Feudi, ma dall’ autorità Imperiale per quel che ap-» partiene alla fua Sovranità. Non così per parte di Ferrara: per-» chè nè Gregorio XIV. nè Clemente Vili, voller derogare alla » Bolla di S. Pio V. giacché Iddio avea difpoflo, che la S. Sede » riuniiTe finalmente al fuo Dominio la parte Boreale de’ fuoi Stati. » Eravi Tempre ftato, dopo la inveftitura di Giovanni XXII. il Prin-» cipe legittimo, benché la Signoria di Ercole I. foiTe interrotta » con autorità Pontificia per 30. anni da Lionello e Borfo di lui » fratelli illegittimi, de’ quali male a proposto s’ adduce l’efempio »nelle Antichità Eftenfi (pag. 425.), perchè eflì ebber la Signoria »dal Pontefice nelle circoftanze già dette. Ma Cefare figliuolo » di Donno Alfonfo nè 1’ ebbe, nè la potette avere ( Antichità E-» JìenJl pag. 403. e feguenti. ). Perciocché anche Aleflandro VI. » ( del cui efempio fi fa abufo ivi pag. 2yi. e feg. con rilevare in » lettere majufcole ciò che ferva ad abbagliar la vifta alla buona »gente) nel celebre fuo Diploma, o Bolla d’Inveftitura al Duca » Ercole, efprime affai chiaro, e ciò che fpetta a Sifto IV. e ciò » che appartiene a lui medefimo, febbene in lettere non majufcole. » Dice che Sifto IV. obbligò al cenfo di Ferrara e d’ altri luoghi » Dileclum filium nobdem virum Herculem Ferrarla Ducem quandiu » vitam ducerei in humanis, & pofl ejus obitum filios, & nepotes fuos » legitimos, & naturales per reBam lineam dejcendentes . E parlando » della notabil diminuzione del Cenfo in grazia di Donna Lucre-» zia, dice quoaò Herculem Ducem ac Alphonfum ejus primogenhum, » nec