Anno MCCCCLIII. 2.5 ì fognava forte di danaro, avea mandato in loro aiuto il Conte ¿4-lejjandro ilio Fratello con due mila perfone, e da loro avea ricavato ottanta mila Fiorini d'oro. ■» '■ Ma eccoti la dolorofa nuova, che Maometto lì. Imperador de’ Turchi, il quale nell’Anno precedente avea meflò l’attedio all’ Imperiale Città di Codantinopofi, ne] predente con un furiofo attalto dato nel dì 29. di Maggio (a) fe nera impadronito, con tagliare a pezzi Cojlanimo Paleologo ultimo Imperadore de’ Gre- (ai Nauchr. ci, e più di quaranta mila Cridiani, con profanar tutte le Chie-CpyC°*dyla* fe, e commettere i più orridi ecceflì, che iì ufano in tali con- jEneafsyh. giunture, e maiìimamente da i Barbari. Tutto con perpetua in-* aia. tamia del nome Cridiano, e de’Principi del Cridianefirao d’allora, fidamente applicati a fcannarfi l’un l’altro: del qual fallo parvero nell’opinione del Mondo ipezialmente rei il Re Alfonfo •fc i Veneziani, che più degli altri a portata di foccorrere i miferi Greci, amarono più todo di far guerra in Italia a chi desiderava la Pace. Ed ebbero bene a pentirfene gli detti Veneziani, perchè molti lor Nobili e Mercatanti rimafero involti in quella sì deplorabil rovina, e peggio dipoi loro avvenne. Ora trafif-fe il cuore d’ ognuno, e principalmente di Papa Niccolò V. queda ài maggior fegno funeda e lagrimevole nuova, sì per la perdita di così nobile e importante Città, come ancora per le lue pettìme confeguenze, le quali poco fi flette a provar- ^nnailscd le j perchè i Turchi tollero Pera a’Genovefi, e cominciarono a {tendere le lor conquide pel Mare Egeo con danno graviflìmo ed incredibil terrore de gli altri Popoli Criitiani. Allora fu, che il Pontefice (¿) più che mai accefe il fuo zelo per ismorzare in Italia, Germania, ed Ungheria l’incendio delle guerre; e fpe-dì a Venezia, a Milano, a Genova, e a Firenze, acciocché ognuno inviafle Ambal’ciatori a Roma per trattar della Pace, minacciando la fcomunica a chiunque ripugnaile ad opera di tanto bi-fogno per la Cridianità. Allo detto fine fcritte caldittìme Lettere a gli altri Re e Principi Cridiani, follecitando tutti a predar aiuti per ricuperar Codantinopoli ( cofa per altro oramai difpe-rata ), o per impedire gl’imminenti progredì de’Maomettani. Spedirono bensì i Principi d’Italia i lor Minidri alla Corte Pontificia; ma intanto fi continuò a guerreggiare fra loro. S’^s-imontt era provato il Re Renato di pattar 1’ Alpi con circa tre mila e vu. Frane.' cinquecento cavalli; gli fi oppofe Lodovico Duca di Savoia (c). Coitretto a padar egli per mare a Ventimiglia, e pofeia ad Adi, r™.'itai«'. im-