93 exlnbita, et Patavini studii Moderatoribus ab iisdem dicata in Collegio Flanginia-no (Venetus, Conzatti, 1716, 8.°). Giustamente perciò era in grande reputazione co-desto istituto ; tanto che la Grecia di continuo vi mandava a educare i propri figliuoli. E antichi scrittori e recenti hanno già con molte lodi significato il copiosissimo giovamento da esso fatto alla patria (1). Uomini eruditissimi v1 insegnarono ; parecchi de’quali quivi stesso prima discepoli, poi stali maestri nella scuola della nazione. E furono: Nicolò Calliachi cretense (iG65).—'Antonio Procaciante (1676).— P. Matteo Tipaldo (1G77). — Tomaso dott. Caiani di Cidonia (iG85). —Nicolò dott. Papadopulo (1G87). •—• Elia Miniali (1689-90). —P. Stetano Mosco (1G91). — P. Alessandro Coccinò (1694).1—P. Giovanni Calcheo (1694 e 1712). — Giovanni Patussa d1 Atene, cappellano e predicatore (1703). — Apostolo Mico, cappellano (1714).Antonio dott. Cateforo zacintio, predicatore (1718). — Giorgio Patussa d’Àtene, cappellano e predicatore (1723). — P. Antonio Moscopulo (1761).—• Agapio Loverdo cefaleno, predicatore (1766). —Spiridione Blandi originario di Citerà (1795) (2). E questi fu rultimo. Resterebbe infine alcuna menzione da fare de1 chiari uomini usciti di tale istituto; ma basti per ora colle stesse parole del Mustoxidi chiamarlo custode del sacro fuoco della greca sapienza; donde prima scintille, poi più serena luce rifulse a dissipare le tenebre del servaggio (3). Mentre istituivasi con le dette forme il collegio, altre benefiche disposizioni dell1 ottimo testatore effettuava il Magistrato anzidetto. Ciò sono: fondare un ospedale (i665), ricostruito nel medesimo tempo che il collegio dallo stesso architetto coi denari della nazione ; dove dieci malati greci aveano di governo e medicine soccorsi, e di pecunia quando ne uscivano. Riscattare uomini, principalmente Greci, o anco Latini, che, militando in servigio della repubblica, fossero, o navigando o altramente, caduti schiavi dei barbari. A che cinquecento ducati erano da impiegare ogni anno. Cavare a sorte (similmente ogni anno) dieci donzelle in Capitolo; a ciascuna delle quali erano dati ducati cento per loro maritarsi o monacare. Antica instituzione, fin dal i556 cominciata per volontà di Martino Comblici di Citerà : appresso per annue contribuzioni ristabilita dai confratelli (1598), con l1 uso di graziare il dì di san Nicolò e di san Giorgio (4). Del rimanente le accennate fabbriche costarono quattordicimila ducati o circa ; compresovi la spesa della vicina Scoletta, congiuntamente coll1ospitale dal Longhena edificata : dove i confratelli fanno loro adunanze. Statovi poi bisogno di solide riparazioni (1688), (dopo le quali Alessandro Tremignan rifece anche il muro rispondente sopra il rio), fu in essa fatto un archivio (1691) ; ove tutti i libri, atti e documenti che di civile ed economica amministrazione, o di veneranda memoria possede la nazione eia chiesa, stanno religiosamente custoditi. De1 quali la serie comincia con la matricola (eh1 è del 1470); e viene continua fino a1 dì nostri. Ma tanta felicità di custodia non sorlì la biblioteca. Per la quale i connazionali avevano speso assai cure, acciocché di libri rarissimi (singolarmente greci) e di codici sacri e profani fosse per utilità degli studiosi arricchita. Omettiamo i manoscritti in pergamena che la chiesa sin dal 1548 (5) avea della messa di San Giovanni Grisostomo, delle (1) Papadop., I. c. — Helladius, Status praesens Eccles. Graec., p. 2.0/j.— Orazione J'unebre intorno ai Zosima dell’illustre Costantino Economos. Atene, 1842., p. 47? e altri. (2.) Archivii pubblici, Filze Riformatori, ecc. (3) Atti della Società degli Studiosi in Cor fu, 1846, p. 10. (4) Arch. Naz. Giornale, n. 87. — Matricola, ao novembre. (5) Ardi. Inventarli vecchi.