Anno MCCCCIV.
afpettò a punir cjueflo gran misfatto nell’altra vita. Poco mancò, che Pandolfo Malatefìa trovandoli colla DucheiTa in erta Terra di Monza, non forte anch’egli prefo. Ebbe la fortuna di falvarii l'calzo lino a Trezzo, da dove poi fi ridufTe a Brelcia .
Forfè la ceflìone a lui fatta di Brelcia fu uno de’ reati della Du-chefla medefìma. Abbiamo da Sozomeno (a), che anche il gio-(a) Scarne. vinetto Filippo Maria Visconte , che già vedemmo Conte di ra-via, fu in quell’Anno carcerato da Zacheria potente Cittadino Rer. halle. di quella Città . Prevalendoli di quello buon tempo anche 1 eo~ ¡^^v^]'cr<r doro Marckefe di Monferrato, occupò ad eiTo Filippo Maria le Cit- 1^'. dd° tà di Vercelli e Novara con altre Terre del Piemonte . Alcune Morfema
                                                                                                 To v "YJ' fT
Terre ancora vennero in potere del Marchefe di Saluzzzo. Ecco 7^. ’ dunque tutto in conquaffo, anzi q.uafì affatto per terra la dianzi sì formidabil fignoria de’Visconti.
  Durava tuttavia l’odio di Alberico Conte di Barbiano con-tra di Aflorre de Manfredi Signor di Faenza , nulla men volendo, che la flerminio di lui. (b) Egli era divenuto più poderofo(b) Croni*-per l’acquillo di Cartel Bolognefe e d’altri Luoghi di Romagna dopo la guerra di Bologna; e però continuando le oftilità contraRer. ifaiic, ’ di lui, il riduiTe a tale, che per non cadere in mano di quello ineforabil nimico, ceduta Faenza al Cardinal Coffa Legato di Bologna per venticinque mila Fiorini d’oro, colle lagrime a gli occhi fi ritirò a Forlì fotto la protezione di Carlo Maìatefla luo parente; pofeia ad Urbino, dove abitò in molta povertà , perchè non coH'e il danaro promefTogli dal Legato , uomo per altri conti di poca fede . In Tol'cana (c) i Fiorentini veggendo in sì CO Amml-fiero feompigiio lo flato de’Visconti, entrarono in ifperanza di\ conquiflar rifa, maflìmamente per un fegreto trattato, che ivi Bonincont. aveano manipolato con alcuno di que’potenti Cittadini. Signore AnnaL T 21 allora di Pifa era Gabriello Alaria Visconte, Figliuolo del aefun-Rer‘ Iulu% to Duca, ma uomo di poco fenno, il quale in vece di conciliari! fui principio Yaffetto del Popolo, fe ne tirò addotto l’odio a ca-gion delle fue eflorfioni. L’Armata de’Fiorentini andò fin fotto Pifa, ma non eiTendofì fatto movimento alcuno in quella Città, sfogò il fuo fdegno contra del Contado . Mirava ciò non oflante Gabriello Maria vaccillante il fuo dominio, le non che gli facea coraggio Bucicaldo fpinto da Genovefi, anzi l’induife a renderli tributario del Re di Francia , e a cedergli Livorno per godere della di lui protezione. E perciocché i Fiorentini, di tal cetìio-ne avvifati da Bucicaldo, pareano farfi beffe delle lue minaccie,
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