■<&■ 110 *ì=- distribuzione ddl’arscnalc, anche questo secondo riparto, che tuttora conserva il nome di Tana e promiscuamente anco di Campagna, nome forse originale restatogli dai terreni ed ortaglie che furono della famiglia Molino, venne occupato da ragguardevoli edifizi. E siccome ivi 1’ area del terreno elevato era maggiore della parte bassa e palustre, così in esso ebbero a collocarsi i depositi, i magazzini e le grandi officine che per ristrettezza di spazio non potevano capire nel vecchio arsenale, lasciando però que’due seni o cantieri acquatici, che ivi ancora vediamo per comodo dei legni flottanti, e che da un decreto 1519, 6 luglio, sembra fossero allora i soli di tale specie nell’arsenale medesimo. Una tradizione che gira nel luogo, ci vorrebbe far credere che la grande officina detta delle Ancore, sia stata in origine la primissima sala ove raccoglievansi le armi, ed abbia come tale servilo avanti che all uso medesimo fossero destinali que’fabbricati eretti nel 1476, come più sopra abbiamo avvertilo. Noi slessi non siamo lontani dal tenere per grandemente probabile siffatta relazione; imperciocché non solamente quel fabbricato mostrava una qualche venustà ed appariscenza proprie ad un’ antica più nobile destinazione, ma ricordiamo ancora aver vedute nell’ anno 1824, prima che si ponesse mano ad una ristaura-zione, sull’ esterna muraglia di esso rivolta al ponente, alcune incerte traccie languide e sparute d’ un dipinto, certo posteriore di molto all’ erezione del fabbricalo, rappresentante il Convito di Bal-dassare, e la profanazione de’ sacri vasi, opera a fresco vivace e gagliarda dal nostro Zanetti ascritta al giovane pennello di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, che fino ai tempi di lui erasi quasi intieramente perduta. — Lasciando a parte codesto fatto, noteremo, che le officine fonderie vennero ricostruite ed ampliate nel 1539, con aggiunta di due locali, come ne documenta il decreto di senato 12 luglio dell’ anno avanti; poi nell’ anno 1579, per pubblico decreto 12 maggio del precedente anno, s’innalzava, a degna sostituzione della più aulica, sul disegno di Antonio da Ponte, la grande officina corderia col nome particolare di Tana, maraviglioso edilizio, di cui nessun arsenale d' Europa può vantarne 1’ eguale. Esso