Annali d’ Italia. i lor danari la maffa di gerite, che ne’ loro Stati andava facendo il Coleone, perfonaggio per quelli tempi creduto uno de’ più valorofi e fperti Capitani di guerra. Con elfo lui s’andarono ad unire Alejjand.ro Sforma Signore di Pefaro , e Cojtan^o Tuo Figliuolo colle lor brigate , Ercole d’ EJle Fratello del DucaBor-Ferrara ? Pln0 de gli Or del affi Signor di Forlì , Marco e Lionello Tom. 24. ’ ¿e Pii Signor di Carpi, Galeotto Pico Signor della Mirandola, Re/-. Italie, ed altri Capitani, che formarono un’ Armata di quaiì quindici mila perfone . Abbondava in quefto Secolo l'Italia di valenti Con-Bologna, d°ttieri d’armi. L’Autore della Cronica di Bologna (¿) fotto il Tom. ¡8. ’ prefente Anno ci lafciò il Catalogo de i più rinomati dal 1401. r. hahe. {jno a qUefti giorni . Imperciocché in ufo era , che i Nobili più qualificati e potenti faceifero e teneifero in piedi molte Compagnie d’armati a cavallo e a piedi, per prendere poi fervigio , dove tornava loro il conto, come venturieri . Aflorre de Manfredi Signor di Faenza, dopo aver prefo foldo da i Fiorentini, allettato dalle maggiori offerte de’ Veneziani, alzò le loro bandiere. Ora i Fiorentini, che lcoprirono torto da chi veniva , e dove tendeva quello temporale, il mifero aneli’ erti follecitamentein ar-nefe; e fatta Lega col Re Ferdinando, e con Galea^o Maria Duca di Milano, elertero per lor Generale il prode Conte d’Urbino Federigo, e lo fpedirono colle lor genti in Romagna. Altra gente venne colà fpedita dalRe di Napoli, e fei mila combattenti mandò ad unirli con loro Galeazzo Maria , e poi comparve egli fteifo al campo. Non fidandoli i Fiorentini, che quefto giovinetto Principe di cervello alquanto bizzarro non tiraife a far qualche l’alto pregiudiziale il lor faggio Generale, moftraro-no gran voglia di vederlo in Firenze , ed egli vi andò. In que-ilo tempo eifendo venuto col fuo fiorito efercito Bartolomeo Coleone in Romagna, ed avendo occupate alcune poche Cartella de’Fiorentini, da che fi vide all’incontro un pari efercito della Lega, fi ritirò fui Bolognefe alla Molinella, e gli tennero dietro gli altri. Quivi poi nel dì 25. di Luglio , fella di S. Jacopo, vennero alle mani quefte due Armate, e la battaglia durò dalle fedici ore fino alla nera notte con gran valore d’ entrambe le parti. A niuna d’effe toccò la vittoria ; molti cavalli furono sbudellati, e morte o ferite più di miile perfone. Fra gli ultimi fi contò Ercole Eflenfe , che dopo aver per più ore valorofamente combattuto, malamente ferito in un piede, rtettepoi gran tempo