Annali d’ Italia. (a) Cronica ili Bologna Tom /S Rcr. Italie. (li) Sanuto jflor di Ve-nq. To. 22. tier. Italit, e Chiefe, molte ancora ne abbattè, sbarbicò dalle radici gran copie d’alberi, uccife animali , e trafportò uomini e carra colle bellie ben lontano da un luogo all’ altro per aria : lagri-mevole fpettacolo, inferiore nulladimeno allo fpaventofo, che a’ giorni nollri accadde nella ilefla guifa, ma colla giunta del fuoco, al territorio di Trecenta fui Ferrarefe, e a’Luoghi circonvicini . Anno di Cristo mcccclvii. Indizione v. di Callisto III. Papa 3. di Federigo III. Imperatore 6. NOn lafciò il Re Alfonfo paiTare quell’ Anno fenza tenere in efercizio Tarmi lue. Accanito contra Pietro da Cam-pof/egofo Doge di Genova, a tutte le maniere il volea atterrare, e rimettere in Genova gli Adorni, co’quali probabilmente era in concerto di divenir poi egli padrone di quella sì importante Città . Seguitò dunque a danneggiare i Genoveii ; e quelli fenza perdere il coraggio, armarono anch’tffi molti Legni per ripulfare la forza. Nè per quanto diceffe o facefle il Papa, volle Alfónfo de-filiere, allegando Tempre , che n’eratio in colpa i Genovefi me-defimi. Ma in quelli tempi la Storia di Genova è mancante di Scrittori : laonde poco fi sa di quegli avvenimenti. Nè quello gli ballò. Era egli in collera anche contra di Sigismondo Mala-tejì.i Signore di Rimini e Fano (a), perchè quelli, ficcome già accennai, prefo al fuo foldo nella guerra co’Fiorentini , l’avea burlato con paiTare al Servigio de gli lleflì Fiorentini, e truffargli trenta o fieno quaranta mila Fiorini d’ oro. Ordinò dunque Al-fonfo a Federigo Duca d’ Urbino, foldato fuo , che attaccale lite con effp Sigismondo. Fu ubbidito. Il Re poi gli mandò in aiuto Jacopo Piccinino colla fua brigata di cavalleria e fanteria . Cominciarono eifi le offefe nel Mele di Novembre, tollero al Malatella alcune Callella, e gli recarono molti altri danni. Non poca apprenfione a gli altri Principi d’Italia diedero quelli movimenti d’Alfonfo, temendo eh’egli avelie delle mire più valle. Francefco Fofcari Doge di Venezia era già pervenuto all’età decrepita. (¿>) Prima ancora di quelli tempi avea dovuto inghiottir varie amare pillole di disgulti a lui dati dalla Nobiltà fua compagna nel governo, a cagione di Jacopo fuo Figliuolo, cervello tor-