106 Storia generale nezia Mocenigo si trovava nel canale dei Dardanelli con 19 sue galere e 12 ausiliarie, 5 pontificie sotto il comando del prior Bichi e 7 di Malta, sotto quello del Priore della Roccella Carata, 30 vascelli e 7 galeazze per tener serrato quel passo ai legni nepiici clie in Costantinopoli si sentiva allestirsi. Quando alli 3 di luglio comparve sotto li castelli a vista de’ nostri, Chiopurli Mehemet Bassà, arnauto, primo Yisire del G-ran Signore con l’armata ottomana consistente in 26 galere, 9 maone, 18 sultane e 150 fra saiche e barconi con 30,000 uomini da sbarcare al Tenedo, essendo espresso ordine della Porta di sortire prestamente dalle bocche perchè sbarcato Syaban Bassà con questo esercito su quell’isola passasse a unirsi con l’armata di Rodi, dovendo egli il Yisire attendere a tragittare di terra ferma le milizie della Natòlia per accalorire l’impresa. Alla comparsa del nemico risolse il Bichi d’inalberare lo stendardo di Santa Chiesa, acciocché pigliando di tutta l’armata il comando potesse far meglio spiccare il proprio valore. Intanto il primo Visire, consegnata l’armata di mare a Topal Mehemet Bassà, calò in terra, dove raccolse con grande sollecitudine le milizie di quelle provincie in numero di 40,000 fanti è 25,000 cavalli, si accampò lungo il canale sul bordo della marina di Natòlia, avendo mandato da quella di Romania solo 8,000 uomini per impedire ai nostri l’acquata, e costringerli ad abbandonare il posto per meglio eseguire il suo disegno, come pure in parte gli successe. Poiché, pochi giorni dopo, ricominciando i nostri a scarseggiare d’acqua (mentre in tutto quel canale dalla moltitudine dei Turchi, benché in qualche luogo poco ben trin-cierati, veniva loro proibito il procacciarsene) passati ad Imbro per provvedersene, vi furono per alcuni giorni arrestati da una gran fortuna di fierissimi grechi e tramontane, che impedirono alle galere il tornare a rinfrescare 1’ armata grossa. « In questo tempo alzarono i Turchi su le trincee molte batterie di quattro e cinque pezzi 1’ una, di smisurata grandezza, cioè sei nella Natòlia e tre nella Romania, distribuite nei posti più opportuni. Stavano già le 7 galeazze sforzate dalla sete ad abbandonare il posto quando la màt-