della Marina Militare. 447 Analizzare particolarmente ogni atto della difesa trarrebbe in lungo; purtroppo i fatti particolari di una o d’altra cannoniera, se coloi'iscòno la storia, non la disegnano. Sta che la campagna marittima degli Italiani contro l’Austria mostrò che ne’primi faceva assoluto difetto la conoscenza del valor relativo del naviglio a vela e di qiu.ìlo 'a vapore. E fuor di questione che i singoli comandanti sapessero manovrare le navi; ma che cosa la guerra fosse ignoravano. Per quanto più deboli di numero e ^.ordinamento gli Austriaci ebbero concetto più vero (per quanto incompleto) della guerra di mare. Si paragonino i Chileni di Cochrane coi Veneziani di Bua e cogli Austriaci di Dahlrup e si scorgerà la differenza palese fra capitani che intendevano la guerra ed altri che n’ erano ignari. I ducati dell’Elba (Slesvig ed Holstein) sollevatisi nel 1848 contro l’autorità del re di Danimarca loro principe, indussero la Prussia ad intervenire in loro prò. La Prussia non possedeva marina militare, quantunque il Grand’ Elettore, fondatore della fortuna degli Hohenzollern, ne avesse imbastita una che i successori di lui lasciarmi deperire ; e la squadra danese potè a man salva bloccare i porti prussiani del Baltico. Una divisione danese composta di un vascello, di una fregata e di 2 vapori imprudentemente s'inoltrò nella baia d’Eckenforde opportunamente difesa da alcune batterie prussiane fisse e da taluni cannoni di campagna. Già fino d’allora l’artiglieria prussiana era eccellente. Le navi che si lasciarono sorprendere dalla bassa marea do-ventarono faC.il bersaglio al tiro da terra e dopo aver perso molta, gente fu lor giuocoforza ammainare la bandiera, ila il pericolo dei Prussiani era stato grave e mirarono subito a metter su una marina di cui pagasse le spese il bilancio della Federazione Germanica; e fu effimero istituto; più tardi Prussia ereditò navi ed uomini ; ecco il nucleo della marina prussiana che nel 1864 figurerà contro alla Danimarca. Le campagne del 1848 e 1849, per la cui narrazione ho accettato la esposizione dei fatti quale il Randaccio me la fornisce e quanto contiensi in un prezioso opuscolo del marchese Ippolito Spinola, fecero pensare tanto il governo