Storia generale ogni cosà si chiarisse. Oh ! la Serenissima non aveva dunque lasciato l’ombra della sua politica dottrina in retaggio a nessuno ? Il luogotenonte di vascello Achille Succhia invano domandò al Mengaldo di prender passaggio sul vapore e di dirigerne la rotta. Palfy appena fu in alto mare ordinò al capitano di condurlo a Trieste senza toccare Pola ; a questo modo la flotta fu perduta. Erano per fortuna in crociera nell’Adriatico i signori Rota, Alessandri, Marini e Giuseppe Paulucci comandanti di cannoniere e di penici addette alla squadra di Pola. Seppero per via da certe barche peschereccie veneziane che la rivoluzione era scoppiata in città e senza più, invece di tornare a Pola, misero le prore per Venezia a servirne la causa colle persone e colle navi. Consegnato l’arsenale dall’a miraglio Martini (che vi comandava in nome dell’imperatore) al Governo provvisorio, il capitano di vascello Leone Oraziani f'u nominato capo supremo della risorta marina veneta col grado di contr’ami-raglio. Fecero subito adesione in massima parte gli ufficiali che fino allora avevano navigato sotto l’austriaca insegna. Cinquecento marinari, mille e cento uomini di fanteria marina e. cinquecentosessanta artiglieri furono il nucleo dell’armamento veneziano. Buona gente, rotta al servigio, consueta alla disciplina, gente cui sapiente guida avrebbe condotto a fare cose belle. L’arsenale conteneva armi, munizioni, cordami, insomma tutto quanto occorreva ; la Scuola di marina giovanotti istruiti, buoni a prestar l’opera ed a cominciar la vita navale, come era stato costume presso gl’ Inglesi, alla musica del cannone. Stavano in Venezia 2 corvette, l’una da venti, l’altra da ventiquattro cannoni, 2 brigantini, una goletta ed un’ ottantina di piccoli legni opportunissimi al servigio lagunare. Stri cantieri una fregata da quarantaquattro, un brigantino da sedici; in raddobbo 2 corvette e 2 brigantini a vela, un vapore di centoventi cavalli e certi legnetti di minor conto. Il rimanente elei naviglio era a Pola. Ministro della marina fu chiamato Antonio Paulucci capitano di vascello, probo e colto. Le navi rimaste austriache armate di poca gente veleggiarono eia Pola a Trieste dove sentivansi più sicure. E