della Marina Militare. 629 una nube di fumo che accennava ad incendio; ci pai've di scorgere inoltre un piccolo legno a vapore colato a picco. Il vascello e le altre navi ci fecero scariche d’artiglieria, i cui proiettili si sentirono fortunatamente passare sopra coperta danneggiandoci murate, alberature e lance. La nube di fumo prodotta da queste scariche e da quelle d’ambe le parti che s’impegnarono mentre gli Austriaci sfondavano il centro, c’ impedirono di vedere ciò che succedeva dall’ altra parte della nostra linea di fila. Patto è che poco dopo questo primo urto, giunte le 11 ore, scorgemmo sulla nostra sinistra un gruppo di, quattro navi corazzate nemiche. Il contr’ amiraglio ordinava immediatamente di dirigere verso le medesime a tutta forza di macchina, e s’impegnò un fuoco assai vivo d’ambo le parti; mentre sembrava che il Castelfidardo e VAncona, navi del nostro gruppo, ci seguissero fedelmente, in mezzo alla confusione di questo attacco, in mezzo alle palle che fischiavano da tutte le parti ed al fuoco, parve ad alcuni di scorgere qualche nave delle nostre che scaricassero sopra di noi. L’amiraglio ordinò di cessare subito il fuoco- e di spingere innanzi a tutta forza per procurare di escire dalla nube del fumo e poter farci un’ idea della posizione reciproca delle due armate. Avendo proceduto innanzi, per pochi minuti, potemmo scorgere le nostre navi sparpagliate senza nessun ordine di formazione, ed una di queste, che dal colore grigio e dalla mole apparve il Re d’Italia, che stava disgraziatamente colando a picco, a buona distanza da noi, in mezzo alle corazzate austriache. Era a noi ignoto se il coijiandante supremo si trovasse sul Re d’Italia o veramente fosse passato sull’ Affondatore, come poteva presumersi dalle ripetute chiamate dell’ A/fondatore stesso al mattino sotto la poppa della nave ammiraglia, e dalla manovra delle due lance che da questo passarono a quello. L ' Affondato re però non ci fu dato di scorgerlo. In tale stato di cose pensò l’amiraglio di raccogliere con se le navi corazzate che si vedevano in qualche vicinanza, e che oltre alle tre del nostro gruppo che si potevano riconoscere come le più vicine, erano altre tre an-cox-a. Per ciò fece il segnale 306: « forinate prontamente una linea di fila senza soggezione di posto, » nella speranza di raccoglierle insieme, riformarci sopra una linea di fronte, e ritentare sugli Austriaci la manovra che essi medesimi avevano fatto sopra di noi. Alcune navi ci seguirono abbastanza prontamente ; a noi erano state lacerate dalle scariche nemiche tutte le sagole delle bandiere di segnalazione, meno una sola, il che c’ impediva di poter far altri segnali di raccolta. Fu nel momento in cui tentavamo di eseguire questa manovra che si vide comparir V Affondatore col segnale: « seguite per la contromarcia i movimenti del Comandante, » e da questo punto soltanto capimmo che l’amiraglio supremo si era portato sino dal mattino su quella nave. La flotta austriaca si- era intanto riformata in perfetto ordine di due colonne all’imboccatura di maestoo del canale di Lissa con le