della Marina Militare. 515 Quanto al personale, la Maria Adelaide ha da lamentare un morto e due feriti tra i musicanti, e qui mi piace dire come i loro compagni continuarono a suonare l’inno composto dal loro capo: Viva l’Italia, vira il He. La Costituzione due morti e cinque feriti, dei quali uno ebbe a soccombere pochi giorni dopo, per la grave ferita riportata. La Confienza un morto e due feriti. Negli altri legni fortunatamente nessuna perdita. Appena venuto all’àncora in Mola, S. E. il generale Cialdini si compiacque, per mezzo del suo capo di strato maggiore, mandarmi una lettera nella quale complimentava la squadra in modo particolare pel suo ardimento nell’attacco delle batterie di Gaeta : di questa lettera m’affrettai dare comunicazione a tutti gli equipaggi posti sotto al mio comando, sicuro com’ era della somma soddisfazione che loro avrebbero data le lodi di sì degno generale. Il giorno stesso dovetti spedire in Napoli la Vinzai/lio per esservi riparata. La Confienza, assai più malconcia, la misi a disposizione del Genio, ond’ essere preparata per un colpo ardito contro Gaeta, affidandola al capitano di fregata de Saint-Bon, che mostrò il nobile desiderio di conservarne il comando alla perigliosa impresa. A rinforzare la regia squadra giunsero il dì '24 da Genova le due pirocannoniere Balestro e Cariatone, comandanti Solari e Figari, e da Napoli venne la pirocorvetta Ettore Fiera-mosca, comandante Martini, che spedii subito ad aumentare i crociatori bloccanti. Da un uffiziale di un legno di guerra spagnuolo trasportato al mio bordo dalla Veloce, quale portatore di dispacci per Gaeta, venni a sapere che in quella città, oltre ai funzionari diplomatici già indicati, si trovava anche il ministro d’Austria: non tardai quindi a mandargli la notificazione del blocco posto alla piazza. L’ancoramento della squadra nel sorgitore di Mola era su due linee: legni leggeri all’infuori quali posti avanzati, quelli di maggior portata a quattro gomene da terra. Distanza da Gaeta di poco più di cinquemila metri. In tale posizione mi fu anche possibile di molestare la piazza mediante il cannone Blackney del Carlo Alberto, i cui proiettili a gran portata giungevano nell’interno della città. Quasi ogni notte poi qualche bastimento della squadra si recava per alcune ore a cannoneggiare le batterie nemiche, destinandovi in ispecie le cannoniere, siccome quelle che erano meno atte ad attirare l’attenzione degli assediati. Intanto il blocco si manteneva stretto a vera lode degli incrociatori che nulla risparmiavano ad ottenere l’intento. Dna notte respinsero cinque piroscafi che tentarono con ogni mezzo di eludere la vigilanza degli incrociatori, ma non riuscirono. Ai primi di febbraio la regia squadra si trovò aumentata del vascello ad elice Ile Galantuomo, comandante Giraud, del piroscafo avviso Aquila, comandante Caracciolo, della pirofregata a ruote Fui-