331 Gli accordi locali, allo stato delle cose, non annullavano nè sostituivano i patti generali, sempre efficaci, ma li integravano, ispirati al loro precetto. Sopra le fondamenta di questo si costruiva un nuovo sistema di equilibrio internazionale, al quale la mente politica veneziana con meravigliosa duttilità si armonizzava senza deflettere dalla via maestra. A momento opportuno lo stato veneziano aveva dimostrato di possedere una forza politica capace di sostenere e superare le crisi esterne, cbe la concorrenza straniera suscitava per isolare o per contenere il suo traffico marittimo. E, per quanto dominato da volontà di pace, esso era pronto a reagire con i mezzi più adatti e più convenienti agli impedimenti e alle insidie opposte al suo libero sviluppo. Quando l’impiego delle arti pacifiche diventava insufficente alla tutela del supremo interesse dei singoli e della nazione, dimesso l’abito di pace, riappariva il volto guerriero. La crisi istriana era stata risolta in forma benefica e dignitosa, evitando interventi bellici. La potente arma economica, di cui il governo ducale disponeva, era strumento di lotta non meno formidabile, più fecondo di risultati, più sicuro di altro arnese militare. La sfera di espansione della sua attività era si ampia e forte da poter resistere alle rappresaglie avversarie e vittoriosamente piegarle. Altrettanto pronta però fu la risposta armata alla violenza, che brutalmente colpiva i pacifici mercanti. L’ episodio occorso a Comacchio, nel quale alcuni veneti erano stati proditoriamente assaliti (1), ancora una volta rivelava quanto fosse importante per la sicurezza dei traffici adriatici, il possesso di quel rifugio lagunare. Eppure non si riesumavano propositi di conquista : ma la reazione fu quasi istantanea (2). La spedizione comacchiese, tosto allestita a fine coercitivo e intimidatorio, ebbe compiti protettivi. L’azione militare, che non risparmiò stragi e incendi, risolta con l’ofierta di ostaggi, costrinse i comacchiesi a recedere dal loro atteggiamento ostile e riconoscere (1) Iohan. Diac., Chronieon cit., I, 133 : ubi. dura Comaelensis insulfte formines quosdam Veneticos temere comprehendissent. ecc. (2) Iohan. Diac., Chronieon cit., I, 133 : ipse vero tanti dedecoris iniu-riam non ferens, musso illue exercitu ecc.