292 Storia generale sirada e Santa Iiucia nelle Antille, e l’isola di Gorea nel Senegal. La guerra dei sette anni fu complessivamente rovinosa alla marina francese. La preponderanza numerica degl’inglesi e la debolezza degli Spagnuoli alleati furono cagioni principali del suo. danno. Gli Spagnuoli, furono duramente percossi sì in America dove perdettero Cuba e la florida, che in Oceania, dove furono loro tolte le Filippine. Ma Cuba e le Filippine alla stipulata pace vennero rese. Tanto Francia che Spagna si diedero subito a prestare ogni maggior cura all’armata; tra poco additerò le due marine risorte disputare agl’inglesi il primato. Venezia, fedele alla dottrina della pace a qualunque costo, da qualche anno sopportava tacendo le ingiurie dei pirati. Nel 1763 quei di Dulcigno avevano sorpreso il castello della Prevesa e rubatane l’artiglieria. Gli Algerini erano sbarcati al Cerigo. Gli stati italiani e la Spagna imbastirono, è vero, una lega per frenare i barbareschi, che rimase lettera morta, malgrado l’esempio dato loro dai Francési cui Algeri e Tripoli s’erano umiliati. Invero era stata meschina contrizione, inquantochè tutti gli stati comperavano la tranquillità del loro commercio mediante un donativo ai tre Divani di Algeri, di Tunisi e di Tripoli; anche Venezia seguiva la consuetudine; e nel 1764 e nel 1765 concliiuse certe capitolazioni col Marocco e con gli altri stati barbareschi, a norma delle quali essa s’interdiceva dritto di cuoprire colla sua bandiera mercanzie tutte od anche semplicemente naviglio appartenente a stati ostili a’ barbareschi ; riceveva in compenso un trattamento doganale specialmente favorevole, e le alte potenze contraenti promettevano non mai fornire corsari agli eventuali nemici della repubblica, proibire ogni vendita di navi veneziane nei porti d’Africa, non serbare più e nemmanco comprare come schiavi i sudditi della Serenissima. Si stipulò che questi, se dimoranti negli scali di Barberia, fossero giudicati dal proprio tribunale consolare; ed infine che le navi barbaresche, sotto verun pretesto, veleggiassero sull’Adriatico se non che a trenta miglia dalle coste. Venezia in cambio pagava il tributo annuale pattuito. I capitoli furon