<£<> sua forma va nella classe delle monete allora usate anche in Oriente, che dicevansi bracteate o sottili, di figura caucee, cioè scodellate, e marginate all’ intorno. Ha nel dritto o convesso, intorno alla piccola croce, il nome di Cristo o degl’ imperatori, e nel rovescio o concavo, quello di veneci-a : così in due linee rozzamente disposto e chiuso in un tempietto ; e tre diversi esemplari se ne conoscono. L’uno, il più comune, fin dal 1737 come di nuova scoperta dato fuori dal Pasqualigo (Spiegaz. di tre antichiss. Monet. Ven. — Racc. di Opusc. Scient. e filo log. t. 28 ), e tuttora posseduto dalla Marciana, ha la leggenda : kristvs imper. ( tav. I, n. 3 ), ed è quello senza esitazione ammesso pel vero ed antico danaro urbano dei Veneziani, che taluno stimò di assegnare all’ottavo secolo, innanzi cioè alla traslazione di san Marco. Però, sebbene anche pel maggior suo peso lo si sia giudicato il più vecchio di questa categoria, diversamente opinò Guido Ant. Zanetti, a cui parve più facile che il nome di Cristo dai Veneziani si sia poi sostituito a quello degl’ imperatori. L’ esemplare qui segnato nelle tavole è preso dalla distinta raccolta di monete veneziane già posseduta dal nobile uomo Gaspare Moro, ed ora conservata dall’ altra patrizia famiglia Malipiero. Segue poi quello col nome di # enricvs imper. (tav. I, n. 4) secondo il Pasqualigo la prima volta scoperto nel 1744; ed il suo disegno, nonché i rapporti imperiali di allora in Italia, bene si combinano per assegnarlo piuttosto ad Enrico II il Santo imperatore, nel 1102, di quello sia ad Enrico I, che di circa 100 anni lo pre-cedè. Possedesi dalla Marciana 1’ esemplare qui disegnato, eh’ è del peso di grani veneti 10; altro simile, oggi conservato a Torino, è del peso di grani veneti 16 circa, e si giudica alla bontà di 6/12 di oncia, cioè a peggio carati 576 per marca. Terzo di tempo viene l’altro colla leggenda: conrad. imper.; il cui forse unico esemplare, con molti altri danari veneziani di diversa specie, si trovò in Rimini nel 1756, e che sicuramente appartiene a Corrado II, il quale, dopo di Enrico, nel 1137 cinse la corona imperiale, e rilasciò in Italia più privilegi di moneta,