18 Storia generale beccio, nonché la corrente eli marea. Appena le navi s’accesero intorno alle grosse navi di Spagna, incominciò lo scompiglio. Dirò più innanzi e con diffusione come quattro anni prima, mentre Alessandro Farnese era intento all’ assedio d’Anversa, l’ingegnere mantovano Gianibelli avesse col mezzo di navi incendiarie tentato distruggere il ponte fortificato costruito da Farnese. Il ricordo del fatto era ancor vivace nelle menti spagnuole ; e l’armada noverava in buon dato veterani della guerra di Fiandra. Sulle navi ancorate si alzò difatti il grido « Es el fuego de Arnhe-res » ; ed allora chi filò per occhio, chi salpò le ancore, chi perse la testa e nulla fece. Al sorgitore di Calais l’armata s’era ormeggiata con due ancore per cagione della corrente di marea : le navi che filarono per occhio non avevano pronta la terz’ ancora, e dovettero jjerciò rimaner sotto vela tutta la notte. All’ alba il Duca aveva seco lungo la costa pochi galeoni, gli altri numerosi giravano per il mare senz’ ordine alcuno. La compagine dell’ armata spa-gnuola fu moralmente distrutta in quella notte. La capitana delle galeazze napoletane, con Don Ugo de Moncada a bordo, perse il timone, non potè seguire le compagne nella fuga ed il lunedì mattina fu conquistata dagl’ Inglesi. Don Ugo morì d’una palla di moschetto in fronte e la sua morte affrettò la resa. In quello stesso giorno di lunedì, all’altezza di Grave-lines, ebbe luogo novella battaglia che durò sei ore e fu la più fiera eli tutta la settimana. Una nave biscaglina ed un galeone colarono a fondo ; un altro galeone fu catturato e rimorchiato a Flessinga. Farnese da Ostènda udiva la eco del combattimento ; ma il libeccio gl’ impediva di correre in aiuto colla propria flotta, inchiodata nel porto dal vento contrario ! Un terzo grosso galeone investì presso Ostenda e circa 20 altre navi riportarono tali avarìe che più tardi, quando il tempo si fé’ burrascoso, il mare le sommerse. Maggiori sarebbero state le perdite spagnuole se gl’inglesi non fossero rimasti una seconda volta privi di munizioni. Medina Sidonia col vento in poppa correva intanto a settentrione ; non aveva niun porto sotto vento che