50(i Storia generale sulle opere alte e nuli’ altro. Ma Gaeta era asilo eli un re congiunto di Vittorio Emanuele e non gli mancavano nelle corti e ne’ gabinetti dell’ Europa simpatie ed amicizie. Era anche conveniente che alla fatale resa della piazza l’armata contribuisse ; indi la parte eli’ essa v’ ebbe e che risultò onorevolissima, sebbene poco efficace. Ed ora mi conceda il lettore d’aprire una parentesi. Il Randaccio, autore della Storia delle marine militari ¿/(diane dal 1750 al 1800 e della marina italiana dal 1800 al 1870, animato da spirito ostile verso la memoria del conte Carlo di Persano è severissimo critico dell’opera di lui, nè volentieri s’adagia nel testo della relazione ufficiale dell' Imi-raglio. Con testimonianze di superstiti l’ho riscontrata veridica; e S. E. il generale Enrico Cialdini duca di Gaeta, da me interrogato per lettera in proposito, mi scrisse nei termini seguenti : « Caro cavaliere, « Ella può ricordare nel suo libro le iiarole che le dissi sul conto dell’amiraglio Persano e il giudizio che ne portai. Ov’ altro fosse, non lo avrei difeso in Senato come feci. Sì, in complesso non ebbi che a lodarmi dell’opera sua. « E bensì vero che il suo carattere presentava talvolta qualche leggerezza, qualche disuguaglianza capace d’impazientare un uomo poco paziente qual io sono nelle cose del servizio militare, sovratutto in guerra. Ma sono inezie non bastevoli a macchiar la fama di nessuno. « Quanto narra il Randaccio è senza dubbio inesatto ; almeno pel momento cui accenna. Una volta sola ebbi a rimproverare il Persano durante l’assedio di Gaeta e fu l’indomani del giorno in cui partì la flotta francese. « Una cordiale stretta di mano alla S. V. dal « Suo dev.ino ed att.»10 « Cialdini. » Le parole dell’ illustre Generale espugnator di Gaeta ed alle quali nella lettera allude, pronunciate quando la morte del Persano fu annunciata nelle gazzette, erano state le seguenti : « L’ho avuto meco a Gaeta ; si mostrò sempre