due anni dopo il doge Marin Grimani, col suo nome si vide altro ducato da lire 6, che perciò si disse ducato mozzo, il quale nel dritto, invece di san Marco, ha la figura del Salvatore, che dà lo stendardo al doge inginocchiato, e col motto: protege nos, e dal rovescio il leone ritto sopra una zampa, col libro e numero 120 di sotto, del peso di grani 526, eh’è in corrispondenza del valore attribuitogli. Il Menizzi dice, che sia ripetizione di altro prima battuto dal doge Trevisano nel 1553, e nota, che di quello del Grimani ci siano il mezzo e quarto col 60 e 30 al di sotto. Riguardasi una varietà o prova di questo ducato medesimo altro più raro col nome del doge stesso, molto simile nel disegno alle vecchie lire Moceni-go, e con quel motto: lavs tibi soli (tav. Ili, n. 7 ), del peso forse alquanto maggiore dell’ altro. Sotto il Grimani, nel 1603, pur avvenne il bando dei sopra accennali scsini e quattrini da otto o quattro bagattini di biglione, che correvano come moneta di uso da tutto 1’ andato secolo ; operazione necessitata dalla quantità delle falsificazioni di tal moneta che giravano per le provincie, e mandata ad effetto con sacrifizio anche questa volta dello Stato, siccome avvenne centrent’anni prima dei grossi, e che si fe’ascendere a circa 500 mila ducati. Varie altre monete inferiori, che si trovano di questo tempo, sembrano prove fatte per la sostituzione ai sesini ¡stessi, eh’ era reclamata special-mente dalle città di terraferma ; e tali sono forse quelle di Leonardo Donato e Giovanni Bembo, colle leggende : svbditorvm commoditati, e regina maris, e quelle altre sotto Antonio Priuli, col motto : ecce ancilla tva posto intorno alla Vergine Annunziata. Anche prima, cioè nel 1589, vi ha un ordine per istampo di sesini o quattrini per Bergamo a peggio 550, siccome le gazzette, che sono forse quelli di grani 20 per ciascuno, fai ti sotto il detto doge Cicogna, col Salvatore e col motto : via veritas et vita, e bergo, scritto nell’esergo. L’oggetto medesimo di tener ferme levabile, suggerì, sotto Leonardo Donato, successore al Grimani, di dar fuori due nuove e curiose monete, il ducato d’oro da lire 6 : h (tav. IV, n. 1 ), e lo zecchino d’argento da lire 10 (tav. IV, n. 3 ), collo stampo delle VOL. I, P. II. 8