VINETIANA LIB. V. 4+1 che alla [ua propria oftinatione. Ma veramente non poten- 1527 doli egli allhora persuadere, che haveffe a Succedere cofa diverfa dal fuo concetto, haveva gua dellinato Legato in Spagna Mattheo Giberto Vefcovo di Verona fuo Datario, che allhora riteneva la fotnma di tutti i maneggi importanti, perche haveife a trattare con Cefare le particolari conditioni della pace . Ma i Vinetiani , poiché furono certificati della con- vinm.ni chiufione della tregua , diedero ordine al Duca d’ Urbino , che procuraife d’ unire le fue genti infierne, le quali fi por/,-- Ji contenevano allhora trà Modena, & Reggio, con quel- Imper,4,‘ le del Marcheie di Saluzzo, che erano ¿ù’I Bolognefe, per potere opporfi a’dilegni de gli Imperiali , de’quali era nato qualche fofpetto, che accettato l’accordo foifero per volgerfi contra lo flato delli República. Commifero Eta^lUr/t. ancora a S^baftian Giuiliniano A ubafeiatore preifo il Rè di Chriflianiffimo , che doveff: affermare al Rè, che quan- /tfuhr» tunque fi foífe Í1 Pontefice ovato della lega, non erano cofl‘,nv-però effi per dipartirli dalla lua amicitia, & che iteravano di potere con le forze loro unite abbattere gli Imperiali , & confeguire quelle cofe, che s’havean propofle per fine della confederatione. Ma che, quando giudicaife i. Rè opportuno faccettare le tregue, erano anco in ciò dilpofti di feguitare Y auttorità, & i configli di lui. Haveva il Pontefice nell’accordo fatto co’l Vice Rè rifer-vato luogo a’ Vinetiani ; i quali per fe flefli non erano molto alieni dallo accettare le tregue, {limando utile con-figlio il prendere tempo di poter meglio prepararfi alla loro difefa ; & tanto maggiormente fperandofi, che COIl- /<*'* inte-clufo fratanto il matrimonio della figliuola del Rè d’In- reJ^' ghilterra co’l Rè Chriflianiffimo, & dichiarandofi egli ancora per la lega, ella ne veniffe a crefcere molto di forze, & di riputatione. Oltre ciò tornava molto utile , il trattenere a quello tempo il Pontefice fofpefo, per non haverlo contrario ; anzi con qualche fperanza, depollo il timore de’prefenti pericoli, di potere un’altra volta tirarlo nelle parti loro. Era ancora da quella fofpenfione d’ ar-