82 Storia generale ria, di guisa che il fianco destro del ponte mirava ad Anversa e quello di sinistra al forte 'di Lillo. Per difendere i barconi dall’ assalto eventuale del nemico, Farnese piantò nel fiume, da ogni banda, due ranghi di palafitte, ostacolo non indifferente, tanto alle navi che per il fil dell’ acqua fossero da Anversa discese, quanto per quelle che col flusso della marea e coll’ impeto del vento favorevole avessero tentato dalle isole della Zelanda risalire il corso della Schelda. Alle due estremità del ponte, infine, questo squisito architetto militare, onore della casa romana dei Farnesi, innalzò i due ridotti cui impose nome di forte San Filippo e di forte Santa Maria. E per tutto completare, a monte ed a valle delle due palafitte, 10 navi sorsero sul-l’ancore in tal positura da poter sorvegliare tanto l’estuario che mena a Berg-op-zoom quanto quello che mena a Flessinga. Ricordi e pensi il lettore che gli Anversesi derisero in sulle prime i lavori del ponte ; che codesti lavori furono pazientemente condotti a termine sotto il fuoco delle fucilate ; che iniziati nella primavera del 1584 furono ultimati a dì 25 febbraio del 1585 e presentarono una quadruplice fronte, guernita di centósettanta bocche da fuoco! Il lettore giustamente domanderà come gli Anversesi non riuscissero a disturbare efficacemente l’opera del Farnese. La ragione più ovvia ce la prestano le dissensioni cittadine, la turbolenza degli abitatori, la spavalda fiducia di Filippo di Marnix barone di Santa Aldegonda, sindaco della città e la indisciplina della guarnigione d’ Anversa, scompartita fra le milizie cittadine agitate dallo spirito demagogico ed i reggimenti olandesi, composti d’avventurieri d’ogni nazione. Presiedeva invece nel campo spaglinolo una mente serena, sagace nel cribrare il prò ed il contro, quella di Alessandro Farnese; ed a lui obbedivano i veterani di Giovanni d’Austria, di Requesens e del Duca d’Alba, usi ad ogni sorta di campeggiamenti ed induriti a qualsivoglia fatica dalla guerra richiesta. Un avventurato colpo di mano fe’ cadere il forte di Liefkenschoek ; un altro non meno abile, guidato da Giustino di Nassau, lo restituì agli Anversesi, i quali, dal successo parziale spronati, tentarono incendiare il ponte.