della Marina, Militare. 495 Bixio sul Franklin e sul grosso vapore noleggiato 'Forino, salpò notte tempo ecl all’ alba del 20 pigliò terra a Melito. Salazar, colpevole di non aver sorvegliato le mosse di Garibaldi presso Taormina, e tratto in inganno dall’ affaccendarsi delle barelle più verso settentrione, accorse a difesa della Calabria; ma in ritardo. Fulminò il Torino die Bixio incendiò. La dimane il generale Cosenz da Torre di Faro colle barche volle passare lo stretto. Il Marini ed il Sandri, chiamati a prestar servigio presso il Dittatore, non erano più al comando delle divisioni. Il traghetto riuscì; ma al ritorno, le barche vuote furono mitragliate dalle navi borboniche; 30 ne furono catturate, tra cui quella di Tilling, veneto, che avea capitanato la terza divisione. Or che Garibaldi calcava col piede il continente la squadra borbonica, la quale aveva ricevuto scacco matto, non aveva più d’uopo rimanere nello stretto e tornò a Napoli. Colà la marina regia andava a brani. Gli ufficiali, o nobilmente si dimettevano ed accorrevano in Sicilia ad offrire la propria spada alla causa nazionale, od abbandonavano il servigio senza nemmanco domandarne licenza. Ciò nullameno Garibaldi non aveva percorso che metà del cammino. La sua marina isolana era immatura, la napoletana scossa sì, ma non morta ; e per quanto egli riponesse fiducia nel proprio ardimento, nel valore dei siioi e nei sentimenti italiani che una parte dei suoi avversari professava, la crociera del Salazar aveagli procurato seri timori. Fino da mezzo luglio egli aveva pensato un assalto notturno a salvamano della fregata Borbone allora in allestimento nel porto militare di Napoli. Fuvvi un istante nel quale decise spogliarsi della veste di Dittatore ed andare in persona a sorprenderla. Se uomo fu mai che impersonasse i solenni pregi marinari di Miaulis, di Ca-naris e di Cochrane, questi fu Garibaldi. Invero la intrepidezza 1’ ebbe comune con tutti e tre ; fu quanto Miaulis avveduto e rimane inferiore solamente a Cochrane, del quale dice egregiamente il Kinglake « era 1’ uomo che schiudeva la via alla strage che andava mulinando con una chiarezza di visione la quale poteva quasi reputarsi satanica » ; dote singolare ed indivisa con altri e che ló portò ad essere il principe de’ marinari del suo periodo. Sconsigliato dai suoi